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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Brescia, primario arrestato per l’omicidio di due pazienti Covid: oggi l’interrogatorio

“Sono innocente e risponderò alle domande del giudice”: a dirlo è Carlo Mosca, il primario del pronto soccorso di Montichiari – in provincia di Brescia – accusato della morte di due pazienti Covid che avrebbe indotto somministrando dei farmaci. Mosca, nella giornata di oggi venerdì 29 febbraio, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Sono innocente e risponderlo alle domande del giudice": a dirlo prima di entrare nelle aule del tribunale di Brescia è Carlo Mosca, il primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari che lunedì 25 gennaio è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso a marzo scorso – nel pieno della pandemia – due pazienti Covid somministrando loro dei farmaci.

L'interrogatorio davanti al giudice

Il primario, che è assistito dagli avvocati Elena Frigo e Michele Bontempi, sarà interrogato nella giornata di oggi venerdì 29 gennaio dal giudice per le indagini preliminari Angela Corvi. Il giudice ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in cui ha disposto gli arresti domiciliari. All'interno dell'ordinanza si legge che il medico è accusato di aver ucciso "volontariamente" i due pazienti. A rafforzare questa tesi sono le conversazioni intercettate e le parole espresse da colleghi e infermieri durante gli interrogatori. Le indagini sarebbero partite ad aprile dopo un esposto depositato ai carabinieri. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti è emerso che parte del personale si sarebbe confrontato, durante il periodo di marzo, per il metodo che avrebbe utilizzato il dottor Mosca: il medico infatti avrebbe seguito i due pazienti per la cui morte è accusato e avrebbe somministrato i farmaci che ne avrebbero poi causato la morte. 

Avrebbe cercato di convincere i colleghi a dichiarare il falso

I pubblici ministeri lo accusano inoltre di non aver riportato nelle cartelle cliniche né di aver somministrato i farmaci né le reali condizioni dei due pazienti. Una volta saputo delle indagini dei Nas, avrebbe poi chiesto ai colleghi e agli infermieri di fornire una versione "accomodante" istigandoli al falso. E proprio per questo motivo e per il rischio che potesse reiterare il reato, svolgendo ancora il ruolo di primario, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

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