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Brescia, abusi sessuali su un ragazzino di 12 anni: prete condannato in appello a 4 anni e 8 mesi

È stata confermata la condanna in appello per abusi sessuali su minore a Don Angelo Blanchetti, l’ex parroco di Corna di Darfo e Bessimo, comune in provincia di Brescia, che era stato arrestato nel 2016. L’uomo avrebbe abusato di un ragazzo di 12 anni per quasi due anni. In primo e secondo grado era stato condannato a cinque anni, ma in Cassazione la sentenza d’appello era stata annullata. Al termine del processo d’appello-bis è arrivata la condanna a quattro anni e otto mesi.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stata confermata la condanna per abusi sessuali su minore a Don Angelo Blanchetti, l'ex parroco di Corna di Darfo e Bessimo – in provincia di Brescia – che era stato arrestato a giugno 2016 con l'accusa di aver fatto sesso per quasi due anni con un ragazzo di 14 anni, che all'epoca dei fatti ne aveva 12. In primo e secondo grado, Don Blanchetti era stato condannato a cinque anni. Nella sentenza dell'Appello bis – come riporta "Il Giorno" – invece il prete è stato condannato a quattro anni e otto mesi.

Gli abusi iniziati nell'estate del 2016

Proprio nell'estate del 2016 il giovane, un ragazzo straniero che seguiva il catechismo per battezzarsi e convertirsi al cattolicesimo, raccontò a un pastore di una chiesa evangelica di Milano di avere avuto rapporti intimi con Don Blanchetti da gennaio 2015 a maggio 2016. Secondo il racconto del minore, il prete lo avrebbe ricattato affermando più volte che se lo avesse detto a qualcuno, sarebbe andato all'inferno. Una volta denunciato l'accaduto, il ragazzo raccontò ai carabinieri e al pubblico ministero Ambrogio Cassiani che durante gli incontri venivano utilizzati lubrificanti, preservativi – poi trovati in una cassaforte a casa del prete – e che i rapporti sarebbero stati consumati su una coperta a fiori.

I processi e l'annullamento in Cassazione

La testimonianza del ragazzo portò all'inizio delle indagini e ai processi: in primo e secondo grado, il sacerdote era stato condannato a cinque anni. In Cassazione poi la condanna d'appello era stata annullata, per poi essere riconfermata nell'Appello Bis. Nella sentenza però è prevista l'assoluzione da uno degli episodi contestati: un rapporto consumato nel 2016 quando la parte offesa aveva già compiuto 14 anni, un'età dalla quale se c'è il consenso della persona e il rapporto non viene consumato con un parente o con una figura a cui il minore è affidato, non si integra il reato. L'avvocato difensore ha comunque confermato che ricorrerà nuovamente in Cassazione.

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