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Barista aggredito a Cremona dal branco rischia di perdere un occhio: 19enne condannato a 5 anni

Lo scorso 23 febbraio un barista 37enne di Cremona era stato aggredito da 5 giovani fuori dal locale. Oggi un 19enne è stato condannato a 5 anni e a gennaio si aprirà il processo per i quattro 17enni coinvolti.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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È stato condannato a 5 anni di reclusione per lesioni personali gravi e aggravate il 19enne che ha preso parte lo scorso 23 febbraio all'aggressione di un barman nel centro di Cremona. Il 37enne, intervenuto perché un gruppo di giovani stava infastidendo alcuni clienti, era stato ferito con un bicchiere e una bottiglia di vetro e poi preso a calci e pugni. Gli arrestati sono in tutto cinque: il 19enne e quattro 17enni. Per i minorenni, accusati in concorso, il processo davanti al gup del Tribunale di Brescia si aprirà il prossimo 21 gennaio. Intanto, il 37enne è rimasto gravemente ferito all'occhio sinistro e rischia di perderne la funzionalità permanentemente.

Erano circa le 3 di domenica 23 febbraio quando il 37enne, barman del ‘La Ciocco', era uscito dal locale di piazza Roma perché un gruppo di giovani stava dando fastidio ai suoi ultimi clienti. L'uomo, però, era stato colpito prima alla nuca e poi, una volta voltatosi, ferito con un bicchiere e una bottiglia di vetro. Le schegge si erano conficcate negli occhi e, a causa del sangue che gli colava sul volto, era caduto. Una volta a terra, era stato colpito con una serie di calci e pugni.

Soccorso dai colleghi, che avevano fatto scappare il branco, il 37enne era stato trasportato al pronto soccorso dove è stato sottoposto a interventi chirurgici per cercare di salvare l'occhio. Il barman ha riportato un "trauma oculare con perforazione del bulbo oculare sinistro con prognosi superiore ai quaranta giorni" e "indebolimento permanente del senso della vista dell'occhio sinistro". I cinque sono stati arrestati dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Cremona per il 19enne e dalla Procura per i Minorenni di Brescia, lo scorso 16 marzo.

Il 19enne, unico maggiorenne del gruppo e ora agli arresti domiciliari, è stato condannato dal gup a 7 anni e 6 mesi di reclusione che, per effetto del rito abbreviato, scendono a 5 anni. L'accusa è di lesioni personali gravi e con sei aggravanti: futili motivi, aver commesso il fatto in cinque persone, avere partecipato, con soggetti minorenni, nella commissione di un delitto per il quale è previsto l'arresto in flagranza, aver cagionato una malattia e comunque un'incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni, aver prodotto l'indebolimento permanente di un senso e avere commesso il fatto con armi. Il 37enne si è costituito parte civile, così come i suoi genitori, tutti assistiti dall'avvocato Alessio Romanelli.

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