Assunzioni vip Milano Cortina, tra loro Lorenzo La Russa e la nipote di Mario Draghi: “Ma il reato non sussiste”

Le hanno chiamate "assunzioni vip". Sono le presunte nomine "clientelari" di persone legate al mondo della politica, dell'imprenditoria e delle società di Stato all'interno della Fondazione Milano Cortina 2026, per le quali secondo la Procura di Milano, che aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti, ci sarebbero stati "mancanza di trasparenza" e "malsani fenomeni di nepotismo".
Oggi è però tutto da archiviare, per gli stessi magistrati che avevano individuato opacità in oltre 30 contratti e alcune candidature "caldamente" segnalate da esponenti pubblici. I pm hanno infatti recentemente sottolineato come l'abuso d'ufficio "non sia più previsto dalla legge come reato" (è stato abolito dalla riforma Nordio nel 2024), e che l'ipotesi di turbativa d'asta non sussista "in quanto le gare sono riferite solo alle modalità di acquisizione di beni e servizi, e non all'assunzione di personale". Il procedimento, quindi, si ferma qui.
L'ad Novari: "Politici, imprenditori, amici e parenti"
“Ogni settimana arrivavano pacchi di curriculum… politici, imprenditori, amici, figli, cugini, chiunque aveva qualcuno da portarmi”, aveva raccontato ai pm l’ex ad della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, indagato anche in un altro filone dell’inchiesta sugli appalti olimpici che riguarda la corruzione e turbativa per le gare della cybersicurezza, ora sotto esame della Consulta (un altro fascicolo ancora riguarda i rapporti di fatturazione tra il colosso delle consulenze Deloitte e Fondazione Milano-Cortina). Nelle quasi cento pagine di richiesta di archiviazione al gip Patrizia Nobile, del resto, i pm riportano integralmente anche le testimonianze di ex responsabili delle risorse umane che, in sostanza, hanno confermato che "parte del personale" sarebbe stato "assunto su indicazione dei vertici dell'ente".
I benefit per Lorenzo La Russa e Livia Draghi

Alcune delle assunzioni vip finite nel mirino della Procura? Sono quelle di Lorenzo Cochis La Russa, secondogenito del presidente del Senato, che ha percepito oltre 110mila dalla Fondazione in qualità di “manager junior event“. E ancora quella che riguarda la nipote dell'ex premier e presidente della Bce Livia Draghi alla quale, come dimostrato dagli accertamenti della Guardia di Finanza, sarebbero stati concessi particolari "benefit difficilmente giustificabili" come il rimborso integrale dei biglietti aerei e ferroviari per la tratta Milano-Roma per tre mesi dall’inizio del rapporto, cellulare e portatile aziendale. O ancora quelli riservati ad Antonio Marano, ex deputato e direttore del Tg2, a cui sarebbe stata assegnata addirittura una "vettura con autista a spese della Fondazione‘": circostanza nota a tutti e di cui nell'aprile del 2024 persino Andrea Varnier, attuale ceo della Fondazione Milano Cortina 2026, si lamenta apertamente con Giovanni Malagò.
Ma la lista non finisce qui. C'è anche Lavinia Prono, ex segretaria di La Russa quando era ministro della Difesa; Giacomo Granata, figlio del manager Eni Claudio Granata; Flaminia Tamburi, figlia dell’ex presidente e ad di Enel Italia CarloTamburi. Insomma, per i magistrati la "carente applicazione dei principi" di "trasparenza, pubblicità e imparzialità" in "ambito di reclutamento del personale" aveva "alimentato, a partire dagli organi di informazione, sin dai primi mesi di operatività, i dubbi circa malsani fenomeni di favoritismo, nepotismo o clientelari".