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Alluvione a Laglio, il sindaco: “La Regione ci impedisce di rimuovere i detriti della frana di un anno fa”

In provincia di Como, l’alluvione ha causato un’altra frana a Laglio. A Fanpage.it, il sindaco Pozzi spiega i danni siano stati provocati dai detriti lasciati da un evento simile dell’anno scorso. Migliaia di metri cubi di fango e detriti mai rimossi.
A cura di Enrico Spaccini
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"Si insiste nel definirlo un evento straordinario, ma se accade ogni anno tanto straordinario non è". Il comune di Laglio, sulla sponda occidentale del lago di Como, è stato uno dei più colpiti dall'alluvione della notte tra il 6 e il 7 giugno. Il suo sindaco, Roberto Pozzi, ha spiegato a Fanpage.it come i danni più gravi sono stati registrati nella stessa area dove meno di un anno fa c'è stata un'altra frana. Anzi, "sono proprio gli stessi detriti a essere stati trascinati ancora più a valle". Se come confermato dai vigili del fuoco, la situazione a Nesso può essere risolta in poche ore, a Laglio la situazione appare più complessa: "Colpa dei ritardi causati dalla normativa regionale, che poi è la stessa a livello nazionale".

Detriti mai rimossi in un anno

Sono passati 11 mesi da quando migliaia di metri cubi di fango e detriti hanno invaso le strade di Laglio. Il comune è famoso per le sue ville che si affacciano sul lago, al punto che anche George Clooney ne ha comprata una. Questa ultima alluvione, ha trasportato quei detriti mai rimossi ancora più vicino alle abitazioni occupando e bloccando il passaggio lungo l'antica Via Regina. "Non ci sono stati danni a persone – rassicura Pozzi – anche se qualcuno si sta lamentando". I lagliesi si domandano com'è possibile che in un anno il sindaco non sia riuscito a far rimuovere il lascito di quella frana. "C'è chi dice che non abbiamo fatto niente, ma non è così", ribatte il primo cittadino che puntualizza come il progetto ideato era ormai in fase di approvazione definitiva. "Eravamo in attesa di un via libera per installare delle gabbie che avrebbero impedito altri crolli. La burocrazia non ce lo ha permesso".

Normative regionali e prassi consolidate

Se a Nesso per i vigili del fuoco la situazione può essere risolta in giornata, a Laglio secondo la situazione è ben più complessa. Pozzi punta il dito contro le normative adottate dalla Regione Lombardia per far fronte agli stati di emergenza: "Sono prassi ormai consolidate che non fanno altro che rallentare gli interventi", regole che sono in vigore in tutto il Paese. Ogni comune riceve dei fondi per prevenire e, nel caso, contrastare eventi naturali straordinari che colpiscono il loro territorio. "Secondo me, però, è inutile lasciare autonomia per queste cose. Da soli possiamo fare poco, serve una specie di piano Marshall". Quello che suggerisce Pozzi è di ideare un piano e stanziare dei fondi a livello nazionale per la salvaguardia del territorio. "Un coordinamento che permetta di agire in modo più rapido".

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