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Alessia Pifferi dal carcere ha chiesto una foto della figlia Diana, morta di stenti

Durante la seconda udienza Alessia Pifferi, in carcere con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia piccola, ha chiesto agli avvocati di poter avere una foto della figlia.
A cura di Giorgia Venturini
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Alessia e Diana Pifferi
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Nella giornata di oggi venerdì 14 ottobre Alessia Pifferi, la donna in carcere con l'accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia piccola, è tornata al settimo piano del Tribunale di Milano davanti al giudice per l'indagini preliminare Fabrizio Filice. Durante l'udienza la donna non avrebbe parlato, ma ai suoi avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria, avrebbe chiesto di poter avere in carcere una foto della figlia. Una delle poche foto che la donna avrebbe fatto alla piccola.

"La mia assistita è in difficoltà perché nella sua mente si sta schiarendo la storia. Sta cominciando ad elaborare", ha spiegato l'avvocata al termine dell'udienza. "In qualche modo vedrà i nostri consulenti per gli esami neuroscientifici".

Via libera per analizzare gli oggetti vicino alla piccola

Durante la seconda udienza il gip ha accolto l'istanza della difesa di ampliare il quesito della perizia disposta con la formula dell'incidente probatorio procedendo con degli accertamenti nell'appartamento della Pifferi: si procederà ad analizzare il pannolino, il cuscino e il materasso del suo lettino dove la piccola è stata lasciata per sei giorni senza acqua e cibo. Ma cosa si cerca ancora nell'appartamento della donna? I periti dovranno trovare possibili tracce di tranquillanti nel biberon o negli altri oggetti vicini alla piccola.

Il giudice ha conferito l'incarico a diversi periti, tra questo anche Giorgio Portera, già genetista che si è occupato tra l'altro del caso di Yara Gambirasio. Stesso incarico invece gli avvocati difensori lo hanno conferito all'ex capo del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano. Entrambi i professionisti avranno 90 giorni per poter depositare la perizia.

Si deciderà la data per un nuovo sopralluogo

"Bisognerà procedere con decidere la data per l'ingresso nell'appartamento per l'accesso ai luoghi da noi chiesti", ha aggiunto l'avvocata. Rimarcando il fatto che "il giudice ha anche accolto la nostra istanza di allargare il quesito peritale agli oggetti trovati vicino al letto di Diana, in particolare il pannolino, e al materassino e al cuscino".

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