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Omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello resta in carcere per l’omicidio di Giulia Tramontano: esclusa la premeditazione

Il gip, nel convalidare il fermo e disporre la custodia cautelare in carcere per Alessandro Impagnatiello, ha escluso l’aggravante della premeditazione e quella della crudeltà per l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza.
A cura di Francesca Del Boca
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Nel tardo pomeriggio, dopo l'interrogatorio di convalida di Alessandro Impagnatiello, è giunta la decisione: il gip, nel convalidare il fermo e disporre la custodia cautelare, ha escluso l'aggravante della premeditazione e quella della crudeltà: il 30enne barista è accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, accoltellandola più volte sabato sera scorso nel loro appartamento di Senago, nel Milanese.

Impagnatiello deve rimanere in carcere perché c'è un "qualificato pericolo di reiterazione del reato" nei confronti della ragazza italo-inglese con cui aveva intrattenuto una relazione. L'uomo rimarrà così dietro le sbarre di San Vittore, accusato di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso.

Le accuse della Procura: "Ha studiato come uccidere Giulia Tramontano"

"Alessandro Impagnatiello ha studiato come uccidere Giulia Tramontano", era stata l'accusa della Procura. Supportata da numerose ricerche sul web, sia prima che dopo l'omicidio della compagna: "Significative sono quelle effettuate sabato 27 maggio, poco prima che Giulia tornasse a casa a seguito dell'incontro: ricerche come Ceramica bruciata vasca da bagno, o addirittura Alberto Stasi Bollate".

Continue ricerche online, andate avanti anche nei giorni successivi all'omicidio. Come si legge sulle carte della Procura, del resto, "anche quelle successive evidenziano la costante attenzione dell'indagato per la vicenda, verosimilmente al fine di monitorarne gli esiti". Sono, tra le altre, le voci ragazza ritrovata dopo 23 anni, rimuovere macchie sangue, rimuovere macchie sudore, giornalisti fuori casa.

L'interrogatorio di Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello, durante l'interrogatorio, ha sempre contestato però la premeditazione. Riferendo "di aver agito senza un reale motivo perchè stressato dalla situazione che si era venuta a creare, menzionando tra l'altro, quale fonte di stress, non solo la gestione delle due ragazze ma anche il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro".

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"Ha detto che ha fatto tutto da solo, non è stato aiutato da nessuno", ha detto l'avvocato Sebastiano Sartori a Fanpage.it. "È molto provato, perché capisce sempre meglio la situazione. E capisce che l'unico pentimento sia quello di togliersi la vita". E ancora. "Nell'interrogatorio ha aggiunto altri particolari, non ha smentito quello che ha fatto".

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La versione di Alessandro Impagnatiello: "Così ho ucciso Giulia"

Alessandro Impagnatiello, in realtà, confessa l'omicidio non appena la scientifica porta allo scoperto con il Luminol alcune tracce di sangue sui gradini di casa: è tarda notte, tra mercoledì 29 maggio e giovedì 1 giugno. È in questo momento che indica dove trovare il corpo straziato della fidanzata Giulia: l'ha abbandonato vicino ad alcuni garage di via Monte Rosa, a Senago, a pochi passi dalla loro casa di via Novella.

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Nel primo interrogatorio davanti alla pm di Milano Alessia Menegazzo l'indagato racconta poi la sua versione dei fatti: conferma di stare portando avanti due relazioni con due donne, la fidanzata (incinta al settimo mese) Giulia e una collega di lavoro 23enne. Racconta dell'incontro tra le due nel pomeriggio di sabato 27 maggio, davanti al bar dell'Hotel Armani dove lavora lui, e della lite furiosa con Giulia a casa poche ore dopo.

Le bugie di Impagnatiello durante l'interrogatorio

Giulia morirà in quei momenti. "Lei si è ferita, allora per non farla soffrire l’ho accoltellata al collo", racconterà. Tra le tante bugie, ancora una volta. "Ha affrontato la conversazione con me con toni normali, rassegnata", dirà, anche se i toni delle loro chat sono ben diversi.

Ma c'è un'altra bugia nel suo racconto, ancora più grossa e orribile. "Mi contestava i vari episodi che aveva appreso", dice il 30enne agli inquirenti. Lei si trova in cucina a prepararsi la cena, lui è in sala. Giulia gli dice "che la vita per lei era diventata pesante e non riusciva più a vivere", sostiene Alessandro. È in quel momento che la 29enne avrebbe iniziato "a procurarsi da sola dei tagli sulle braccia".

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"A quel punto mi sono alzato dal divano cercando di avvicinarmi a lei ma lei mi diceva che non voleva più vivere", continua Alessandro dicendo che la fidanzata si era già "inferta qualche colpo all'altezza del collo". È in quel momento che avviene l'omicidio: "Arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all'altezza del collo". Lei "cerca di difendersi, muovendosi e divincolandosi, ma senza urlare". Ma la versione non regge.

Dopo l'assassinio, Impagnatiello cerca di sbarazzarsi del corpo senza vita della fidanzata, incinta del figlio Thiago. È lui stesso a raccontarlo: l'uomo tenta di bruciare il cadavere nella vasca da bagno, ma dopo alcuni tentativi decide di spostare il corpo nel box. "Ho tirato fuori Giulia dalla vasca da bagno con parte degli indumenti già bruciati e l'ho portata, trascinandola, nel box attraverso le scale".

Il cadavere di Giulia Tramontano nel bagagliaio

Poi la sposta in cantina e infine, martedì mattina 30 maggio, nel bagagliaio della macchina. Qui viene lasciato fino alla notte di mercoledì 31 maggio, quando decide di gettarlo vicino ai garage di via Monte Rosa. "Da quando ho messo il corpo di Giulia nel bagagliaio martedì, io ho comunque usato la macchina andandoci in giro con il cadavere nel bagagliaio", racconta ancora.

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