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Accoltella la professoressa in classe, per il 16enne due anni di “messa alla prova”

Per due anni sarà “messo alla prova” il 16enne che il 29 maggio 2023 ha accoltellato la sua professoressa Elisabetta Condò in classe ad Abbiategrasso. Se il percorso andrà a buon fine, porterà all’estinzione del reato di tentato omicidio di cui è accusato.
A cura di Enrico Spaccini
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La scuola 'Emilio Alessandrini' di Abbiategrasso e la professoressa Elisabetta Condò
La scuola ‘Emilio Alessandrini' di Abbiategrasso e la professoressa Elisabetta Condò

Trascorrerà due anni di "messa alla prova" il 16enne che il 29 maggio del 2023 ha accoltellato in aula la sua professoressa, Elisabetta Condò. Lo ha deciso la giudice del Tribunale per i minorenni Paola Ghezzi, sospendendo così il processo che lo vede accusato di tentato omicidio. Per i prossimi 24 mesi lo studente sarà affidato ai servizi sociali minorili per un percorso educativo e se questo andrà a buon fine porterà all'estinzione del reato.

L'accoltellamento e l'arresto

La mattina del 29 maggio il 16enne aveva sorpreso alle spalle la sua insegnante, Elisabetta Condò, e l'aveva colpita al braccio e alla testa con un coltello che aveva nascosto in uno zaino. Dopodiché, aveva minacciato i compagni di classe dell'istituto ‘Emilio Alessandrini' di Abbiategrasso (Milano) con una pistola giocattolo intimandogli di uscire.

La professoressa 51enne era stata successivamente sottoposta a un'operazione chirurgica, mentre il ragazzo era stato arrestato per tentato omicidio e trasferito nel reparto di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale San Paolo di Milano. Dopo aver trascorso circa 7 mesi nel carcere minorile ‘Cesare Beccaria', lo studente era passato agli arresti domiciliari.

Il processo e la messa alla prova

Durante l'udienza che si è tenuta lo scorso 16 gennaio Condò e lo studente si sono rincontrati per la prima volta dopo quell'episodio e si sono abbracciati. "È giusto che abbia una seconda possibilità", aveva dichiarato la professoressa più volte.

Con la nuova ordinanza della giudice Ghezzi, il ragazzo è è stato affidato ai servizi minorili dell'amministrazione della giustizia per un percorso di "osservazione, trattamento e sostegno". Si tratta di un provvedimento che potrebbe portare all'estinzione del reato, ma che può essere revocato qualora si verificassero "ripetute e gravi trasgressioni alle prescrizioni".

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