
Un boom del 35 per cento in più rispetto al 2020. Sono i costi odierni delle abitazioni in vendita nel quartiere Corvetto, estrema periferia sud-est di Milano dove i prezzi del mattone schizzano ogni anno sempre più in alto. Un esempio? Nel 2021, con 3.475 euro al metro quadro, già avevano subito una super rivalutazione del 6,8 per cento rispetto all'annata precedente. Poi una corsa inarrestabile: oltre i 4.024 euro nel 2023 (+23 per cento dal 2020), 4.241 euro nel 2024 (+30,3 per cento), 4.398 euro oggi (+35,1 per cento).
I prezzi delle case al Corvetto
Sono i dati elaborati per Fanpage.it dal centro studi Immobiliare.it Insights su una delle zone fino a poco tempo fa simbolo delle periferie "difficili" del capoluogo e ora più che mai nuova meta di giovani professionisti e coppie under40, famiglie alla prima casa, genitori che acquistano per i figli, studenti in affitto e investitori attirati dalla spinta propulsiva della vicina operazione "Scalo Romana". Qui sorgerà infatti il Villaggio Olimpico per Milano-Cortina 2026. Spazio che al termine dei Giochi verrà convertito in student housing, uffici e servizi, mentre all'orizzonte è previsto l'arrivo imminente della nuova sede dell’Università Statale, del quartier generale di Symbiosis (gruppo Covivio) e delle filiali milanesi di multinazionali come Fastweb, Boehringer, LVMH.
Una massiccia opera di "riqualificazione" urbana, cominciata simbolicamente con l'inaugurazione del museo Fondazione Prada, che pian piano si allarga a macchia d'olio e scende giù fino all'estremità sud di corso Lodi, fino a lambire il Corvetto e il Vigentino.
Il quartiere Sou-Pra a Milano
E così, dopo No-Lo (North of Loreto) e No-Ce (North of Cenisio), arriva anche la nuova frontiera della gentrificazione cittadina: ecco nascere quindi Sou-Pra, la porzione di Milano a sud di Fondazione Prada. E con lei anche i ristoranti e i locali di piazza San Luigi, l'ex Plastic (chiuso di recente) e i loft dei creativi della moda, con tanto di scuole private con piscina olimpionica, lezioni in inglese e rette fino a 30mila euro l'anno. E ancora studi di architetti e designer, hub culturali che ospitano eventi, vernissage, mostre d'arte e laboratori, ostelli e coworking con piscina. Con la metro gialla M3, del resto, si arriva proprio sotto la Madonnina in meno di 10 minuti.

Le vie più costose tra Brenta e Corvetto
Le strade più ambite da chi compra, e di conseguenza più costose? Sempre secondo lo studio realizzato da Immobiliare.it Insights per Fanpage.it, tratta di via Franco Albini con 5.565 euro al metro quadro (26,5 per cento in più rispetto alla media del quartiere), in piena linea con il prezzo medio in città (5.572 euro al metro quadro) dove tra officine e negozi di prossimità iniziano a diffondersi anche librerie e cocktail bar che si affollano all'ora dell'aperitivo.
E ancora viale Ortles (con 5.393 euro al metro quadro, +22,6 per cento) e via Gargano (5.127 euro il mattone, per +16,6 per cento), tutte arterie a destra (arrivando dal centro) della fermata della metro gialla Brenta. Mentre dall'altra parte, a sinistra, vedono la luce i nuovi maxi sviluppi immobiliari come il progetto SerlioSette, ora sotto inchiesta della Procura di Milano: 16 piani di grattacielo con appartamenti extra lusso e servizi di concierge, palestra privata, sala coworking e un deposito condominiale per gli acquisti online degli inquilini.
I redditi al Corvetto
Un Rinascimento immobiliare e commerciale? Non proprio. Dietro le luci del glam urbano di Sou-Pra, infatti, restano i casermoni popolari di piazza Gabriele Rosa, a due passi da quello che ormai è purtroppo conosciuto in tutto il Nord Italia come il "boschetto della droga" di Rogoredo. Non è un caso che, secondo lo studio realizzato per Fanpage.it, siano proprio le vie intorno alla piazza e nei pressi della stazione ferroviaria ad attestarsi sotto la media del quartiere: sono, ad esempio, via Giovanni Montemartini (3.387 euro al metro quadro, -23 per cento rispetto alla media del quartiere) e piazza Mistral (3.540 euro al metro quadro, -19,5 cento).
Una situazione fotografata da quello che è in realtà il reddito medio della zona. Secondo le ultime classifiche il quartiere di Brenta, Corvetto, Fondazione Prada si attesta intorno ai 25.572 euro, quando la media cittadina è sui 37mila euro (e il divario con l'Area C è di circa 60mila euro). Un numero che è certamente falsato verso alto, appunto, dagli stipendi dei nuovi abitanti del quartiere, ma che nell'evidenza dei fatti è da calcolare al ribasso come nel caso di Quarto Oggiaro (che segna una media di 18.509 euro guadagnati).
Il caso di Ramy Elgaml

E, oltre alla povertà diffusa, ancora criminalità di strada e scarsa percezione della sicurezza da parte dei cittadini di quella che è una cittadella di circa 30mila abitanti, occupazioni abusive delle case popolari, alto tasso di immigrazione non sempre realmente integrato sul territorio, marginalità. Una tensione esplosa dopo il caso di Ramy Elgaml, il 19enne morto in via Quaranta al termine di un inseguimento con i carabinieri a fine 2024, con proteste di strada e disordini per le strade del Corvetto: qui decine di residenti, giovani di seconda generazione, hanno acceso roghi, sfasciato motorini, bus e cassonetti, scagliato bottiglie e sassi contro la polizia.
Milano e la periferia
"È la rabbia di persone in difficoltà, che non si sentono rappresentate sul territorio", aveva dichiarato al tempo a Fanpage.it il presidente di Municipio 4, Stefano Bianco. "Tensioni che si curano creando coesione". Il dubbio è che, con la gentrificazione lampo dell'area, questo divario con la Milano capitale europea non possa che diventare più profondo. Spesso, infatti, la convivenza tra i nuovi professionisti e le nuove famiglie del ceto medio e gli abitanti "storici" di un quartiere periferico (fino a poco tempo fa alla portata dei più deboli), come ben sappiamo non si traduce automaticamente in un miglioramento delle condizioni di vita di questi ultimi.
Il rischio, anzi, è quello di circondare le periferie senza includerle. Ciò che vediamo accadere da anni in via Padova, dove gli immediati dintorni fioriscono di club, cinema alternativi e ristoranti di tendenza, dove i costi degli appartamenti salgono ogni anno di più e gli studi dei freelance dell'arte, della moda e del design si moltiplicano. Ma dove l'arteria principale intorno a cui brulica il quartiere resta di fatto un buco nero di povertà, illegalità, mancata integrazione e marginalità. Quartieri in cui l'aumento del prezzo del mattone e della speculazione immobiliare spinge inevitabilmente fuori dalla città i più fragili.
"Viviamo in viale Monza da 15 anni ma adesso, nel giro di un anno, ci hanno raddoppiato l'affitto da 770 a 1300 euro al mese", ha raccontato proprio di recente a Fanpage.it un 47enne con tre figlie minorenni, ora sotto sfratto. "Viviamo in cinque in un bilocale da 58 metri quadrati, fino a questo momento ho sempre pagato. Così però non ce la facciamo, è diventato troppo costoso".