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Si ribalta dentro un bagno chimico e rimane bloccato: ora deve risarcire 9mila euro al Comune di Milano

Un ragazzo aveva denunciato il Comune di Milano perché un bagno chimico si è ribaltato mentre lui era dentro. In primo grado il giudice gli aveva dato ragione condannato l’amministrazione al risarcimento di 9mila euro, ma in Appello la sentenza è stata ribaltata.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Un ragazzo aveva denunciato il Comune di Milano perché mentre si trovava in un bagno chimico piazzato dall'amministrazione per i fruitori del parco sul Monte Stella nel giugno del 2017, questo si è ribaltato provocandogli diverse contusioni. Un anno fa la vittima dell'incidente ha vinto al primo grado di giudizio, con il Comune che è stato condannato a risarcirlo per 9.489 euro, oltre agli interessi e al pagamento delle spese processuali. Oggi, però, la Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza: non solo il ragazzo non verrà risarcito, ma dovrà rifondere all'amministrazione le spese del doppio grado in giudizio: 5mila euro per il primo grado e 4mila euro per il secondo.

Il ribaltamento durante la festa e il primo grado di giudizio

L'incidente risale a una notte di giugno 2017. Sulla "montagnetta di San Siro" era in corso una festa organizzata dai licei milanesi. Intorno alle 2, uno di quei ragazzi ha sentito l'urgenza di andare in bagno e ha deciso di usufruire di uno di quelli chimici del parco.

Mentre si trovava all'interno, però, la cabina si è ribaltata procurandogli diverse contusioni. Il ragazzo ha, quindi, deciso di sporgere denuncia al Comune, responsabile dei bagni chimici. In primo grado era emerso che la struttura non era ancora al suolo, cosa che secondo i giudici "comportava notevole rischio per gli avventori, risultando così non stabili e non sicuri".

In poche parole, quello corso dal ragazzo era un rischio "facilmente prevedibile e intuibile" e che "doveva essere tenuto in considerazione dal custode che doveva porre in essere gli interventi necessari", ovvero il Comune.

La sentenza in Appello

L'amministrazione comunale, che era stata condannata al risarcimento di 9.489 euro, oltre agli interessi e al pagamento delle spese processuali, ha deciso di ricorrere in Appello.

A distanza di un anno, si è arrivati alla conclusione che non si è trattato di un incidente, ma di un "fatto doloso". Un ragazzo, infatti, ha testimoniato in aula di aver visto una persona che, trovando il bagno chimico occupato, "ha sferrato un calcio contro il wc e così vedevo il bagno ribaltarsi".

Inoltre, il Comune ha contestato l'obbligatorietà dell'ancoraggio: "Non esiste alcuna norma tecnica che prescriva l'ancoraggio al suolo dei bagni mobili, progettati anzi per essere spostati agevolmente e quindi non fissati al suolo". Infine, il danno morale era sato "riconosciuto d'ufficio, senza essere stato mai neppure richiesto".

Il Comune ha quindi vinto l'Appello e non dovrà risarcire alcunché. Non solo, il ragazzo dovrà rifondere al Comune le spese del doppio grado in giudizio: 5mila euro per il primo grado e 4mila euro per il secondo.

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