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Ribaltano il bagno chimico con dentro un uomo, che resta bloccato a testa in giù: il Comune dovrà risarcirlo

Era in corso un evento alla “montagnetta di San Siro”. Doveva andare in bagno, ma entrato nella cabina alcuni teppisti hanno iniziato a scuoterla fino a ribaltarla. Per il Tribunale, la responsabilità è del Comune che non l’aveva fissata a terra.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio da Facebook
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Sono le 2 del mattino dell'8 giugno 2017. Il "signor F.A." si allontana dall'evento in corso a Monte Stella, meglio conosciuto come "la montagnetta di San Siro". Deve andare in bagno e trova uno di quelle cabine di plastica che si vedono ad ogni concerto, ma anche in qualche cantiere. F.A. entra nel bagno chimico ma poco dopo la cabina viene "spinta e ribaltata dall'esterno, da teppisti". Loro scappano e lui rimane a testa in giù senza possibilità di uscirne. Per il Tribunale di Milano, era responsabilità del Comune "porre in essere gli accorgimenti necessari a neutralizzare tale pericolo". Perciò dovrà risarcirlo. Anche se Palazzo Marino è pronto a ricorrere in appello.

Il bagno chimico era solo appoggiato al terreno

La dinamica di quanto accaduto quella sera è riportata nella Delibera del Comune, con tanto di testimonianza diretta del "signor F.A.". L'uomo, rimasto intrappolato nel bagno chimico, ha chiesto al Tribunale di "accertare e dichiarare che la responsabilità dell’accaduto sia da addebitarsi al Comune di Milano quale ente custode dei parchi cittadini". Una richiesta accolta dal giudice, visto che il fatto che la cabina fosse solo appoggiata al terreno rappresentava "un notevole rischio per gli avventori". Quindi il Comune dovrà risarcire F.A.

Il Comune non ci sta: è stato "un atto criminale"

Palazzo Marino, però, ricorre in appello. Secondo il Comune di Milano, infatti, questi bagni provvisori sono progettati proprio "per essere utilizzati all'aperto, senza alcun ancoraggio al suolo". Per questo motivo il fatto che qualcuno lo abbia ribaltato non c'entrerebbe nulla con il discorso di mancata custodia: "Sarebbe rimasto al proprio posto se alcuni soggetti non identificati non lo avessero ribaltato con forza". In poche parole, il Comune chiede che quanto accaduto sia imputato solo a quei teppisti che hanno compiuto "un atto criminale", per il quale non c'è alcuna "responsabilità del custode".

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