Messina, comitato d’affari illecito: 11 arresti, anche ex presidente del consiglio comunale

A Messina sarebbe stato creato un vero e proprio comitato d'affari che aveva messo in piedi un sistema di favoritismi all’interno dell’amministrazione pubblica per appoggiare imprenditori segnalati e spartirsi appalti e consulenze. È quello che sostengono gli uomini della direzione investigativa antimafia di Messina che, nell'ambito di un vasta operazione denominata “Terzo livello” coinvolgendo varie città d'Italia, questa mattina hanno arrestato ben 11 persone tra imprenditori e faccendieri tra cui nomi noti come l'ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile.

In tutto sono 13 le misure cautelari chieste dalla procura di Messina e firmate dal Gip. Di queste 11 sono arresti tra cui uno  in carcere e 10 ai domiciliari, due invece le misure interattive. Nell'inchiesta coinvolte altre otto persone che risultano indagate. Oltre all'esponente politica, tra i nomi coinvolti c'è quello del direttore generale dell'azienda di trasporti comunale Atm e del presidente della partecipata che gestisce il servizio idrico  oltre a vari imprenditori colpiti con ingenti sequestri di imprese e beni immobili.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, "l'inchiesta rivela la consuetudine della Barrile allo sfruttamento del potere di influenza che deriva dal ruolo pubblico per esercitare pressioni su dirigenti e funzionari del Comune per garantire il pronto soddisfacimento di interessi privati facenti capo a un ristretto gruppo di imprenditori cittadini a lei collegati in un inquietante logica di do ut des, essenzialmente costituito con prospettiva di ritorno sia elettorale che di assunzioni di parenti vicini presso attività imprenditoriali”.