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Meno bottiglie e più acqua di rubinetto, l’Europa dichiara guerra alla plastica

La Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva sulle acque potabili che vuole spingere gli stati membri a puntare sulle acque dei rubinetti: più fontane negli spazi pubblici delle città e maggiore qualità in modo da ridurre drasticamente l’acqua in bottiglia.
A cura di Antonio Palma
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Più fontane e rubinetti e meno bottigliette.  Si potrebbe tradurre così lo slogan della nuova campagna di contrasto all'inquinamento e allo spreco di risorse lanciata dall'Unione Europea per combattere l'uso della plastica nel Vecchio Continente. L'iniziativa, voluta dalla Commissione europea, in particolare ha deciso di mettere mano alla direttiva sulle acque potabili attraverso vari interventi con l'obiettivo finale di ridurre drasticamente il consumo di acqua in bottiglia. Lo strumento per raggiungere lo scopo è quello di incoraggiare il consumo di acqua del rubinetto, migliorandone la qualità e l'accesso negli Stati membri.

"Le bottiglie di plastica sono tra gli oggetti più comunemente ritrovati nelle spiagge europee. Vogliamo seriamente metter fine all'uso indiscriminato della plastica" ha dichiarato Karmenu Vella, commissario all'ambiente, dopo la presentazione della proposta di revisione della direttiva presentata giovedì. Il meccanismo però questa volta non è quello di imporre ma quello di invogliare e cambiare la mentalità dei cittadini europei su questo tema. Nel documento è prevista infatti la richiesta  ai Paesi membri di aprire le fontane delle loro città ma anche strumenti per incoraggiare i gestori di ristoranti e bar a offrire acqua del rubinetto ai clienti anziché vendere quella minerale in bottiglia.

Nel primo caso Bruxelles chiede di “migliorare l'accesso all'acqua potabile per tutti i cittadini e in particolare per i gruppi più vulnerabili e marginali che, attualmente, hanno difficoltà ad accedervi”, attraverso la costruzione di fontane negli spazi pubblici delle città, ma anche attraverso una maggiore trasparenza e campagne di informazione. "Niente obblighi ma bisogna dare ai cittadini gli strumenti per scegliere" ha sottolineato il vicepresidente della Commissione, l’olandese Frans Timmermans. Tra questi strumenti sicuramente nuovi standard qualitativi e maggiore trasparenza sulle informazioni ai cittadini.

Su questo ultimo punto la nuova direttiva però vuole anche imporre ai distributori rendere pubblici molte più informazioni, anche online, su consumo, struttura dei costi e prezzo al litro a oltre ai dati sul livello qualitativo dell’acqua, e le sostanze nutritive che la compongono. In particolare la Commissione vuole introdurre 18 nuovi parametri nei criteri per stabilire la sicurezza dell’acqua, alzandone così gli standard qualitativi. Con i nuovi criteri, secondo Bruxelles, i potenziali rischi per la salute associati all'acqua potabile si potrebbero ridurre dal 4% a meno dell'1%. Tutti meccanismi che secondo le stime porterebbero a ridurre il consumo di acqua in bottiglie di plastica del 17%, con un risparmio di oltre 600 milioni di euro l'anno per i consumatori.

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