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Macerata, sfollato torna nella casa terremotata e si impicca: “Voleva morire a casa sua”

Franco Marzoli, 79 anni, ritrovato impiccato dalla figlia nel giardino della casa inagibile che lui aveva costruito con le sue mani.
A cura di Antonio Palma
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Per chi lo conosce non ci sono dubbi, Franco Marzoli è l'ennesima vittima del terremoto del Centro Italia del 24 agosto dello scorso. Il 79enne, che era uno sfollato da quel terribile giorno dello scorso anno quando la sua casa era stata dichiarata inagibile a causa delle scosse, è stato ritrovato morto dalla figlia lunedì scorso, impiccato a  un albero proprio nel giardino della vecchia casa di famiglia che lui aveva costruito con le sue stesse mani e i suoi sacrifici a Colmurano, in provincia di Macerata. L'uomo purtroppo come tanti altri è stato vittima di quel trauma psicologico che ha colpito e devastato le comunità colpite dal sisma sempre più alle prese con psicofarmaci per alleviare quel malessere che non sembra voler scomparire anche tra chi non ha subito direttamente la morte di un congiunto.

"Non diceva niente, si teneva tutto dentro. Diceva solo che voleva andare a morire a casa sua, ma sono cose che dicono in tanti", ha raccontato la figlia Robertina al giornale locale Cronache Maceratesi, ammettendo: "Sì il problema è stato il terremoto. Lui sperava di tornare nella sua casa, ma non c’era possibilità. Accumula oggi, accumula domani ed è successa questa cosa". Franco non riusciva più a vedere la sua casa distrutta e in attesa di demolizione senza poter fare nulla. Aspettava da mesi che partissero le autorizzazioni per demolire e magari poter ricostruire ma infine si è lasciato andare allo sconforto.

"Vedeva che il tempo passava, che la sua casa era in categoria E, da demolire, e che ci sarebbero voluti ancora anni prima di tornare". ha raccontato sempre la figlia ricordando che quella di famiglia era una casa che il 79enne aveva costruito negli anni ritagliandosi il tempo quando finiva di lavorare nell'impresa edile di cui era titolare. Nei giorni precedenti alla sua morte Marzoli aveva appreso anche della possibilità di potersi trasferirsi in un nuovo appartamento messo a disposizione per i terremotati  ma probabilmente il ricordo del lavoro e dei  sacrifici andati in fumo hanno prevalso. Eppure l'uomo non lasciava trasparire le sue ansie come racconta il sindaco della città: "All’esterno dava un’impressione di serenità, era una persona squisita, socievole, scherzosa. Forse però il dover pensare ad un nuovo trasloco ha aggravato la sua situazione interiore".

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