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Elezioni politiche 2018

M5s, si allarga il caso dei mancati rimborsi: buco da oltre 500mila euro

Il caso dei mancati rimborsi da parte dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle sembra allargarsi: secondo le Iene sarebbero una decina quelli coinvolti. Intanto dai vertici del M5s trapela che i soldi mancanti sono più del previsto: si parla di almeno 500mila euro in più di quanto emerso finora.
A cura di Stefano Rizzuti
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Rischia di allargarsi il “buco” relativo ai mancati rimborsi dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle dopo il caso di Andrea Cecconi e Carlo Martelli, sospesi per non aver versato parte della cifra prevista: i due rimangono comunque candidati e verranno quasi certamente eletti rispettivamente alla Camera e al Senato. I vertici del M5s stanno verificando le restituzioni volontarie fatte sul fondo del microcredito e dai primi riscontri è emerso che anche alcuni consiglieri ed europarlamentari avrebbero versato i rimborsi su quel conto. Così, in base ai calcoli fatti, ciò che emerge è che mancano più soldi di quanto riportato negli scorsi giorni.

Negli scorsi giorni si era parlato di un buco da 226mila euro, ma secondo i calcoli effettuati dall’Adnkronos mancherebbe più di mezzo milione. Intanto dallo staff del capo politico del MoVimento, Luigi Di Maio, fanno sapere che chi ha violato le regole interne subirà lo stesso trattamento di Andrea Cecconi e Carlo Martelli dopo il servizio delle Iene, andando quindi incontro al ritiro della candidatura.

Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5S – ha affermato oggi Di Maio -. Le mele marce le trovo e metto fuori. Io non conosco i nomi ma sia chiara una cosa: le mele marce ci sono ovunque. Da noi vanno fuori negli altri partiti li fanno ministri”. E garantisce che intanto il MoVimento “ha chiesto gli accessi al Mef” per verificare i versamenti di tutti i singoli parlamentari e degli altri portavoce del M5s nelle istituzioni.

Secondo quanto riporta l’Adnkronos il buco non sarebbe quindi calcolabile solo sottraendo i 23.192.331 euro versati secondo il Mise ai 23.418.354 dichiarati sul sito tirendiconto.it. Non solo questi 226mila euro quindi, poiché su quel conto sono stati versati anche 329mila euro dai consiglieri dell’Emilia Romagna, 145mila da quelli liguri, 41mila da quelli veneti: per un totale di 516mila euro. Secondo quanto emerso dal servizio pubblicato sul proprio sito dalle Iene, i parlamentari coinvolti potrebbero essere una decina e non solo – quindi – Cecconi e Martelli.

Sul caso oggi è arrivato anche il commento del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda: “Noi abbiamo solamente una rendicontazione da parte del Mef dei fondi che affluiscono che abbiamo reso disponibile. Ovviamente non sappiamo chi versa e chi non versa perché noi abbiamo la cifra totale. A me la cosa che colpisce francamente è che non lo sappiano loro: se uno prende un impegno così importante, e anche positivo, poi deve essere capace di gestire almeno questo, perché altrimenti non si sa come fa a candidarsi per gestire il paese”.

Anche il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso ha attaccato il MoVimento 5 Stelle: “Molto spesso il M5s ha tenuto a gridare la parola onestà, noi non abbiamo bisogno di gridarla, la pratichiamo quotidianamente. Ora il M5s è alle prese con problemi sulle liste, con la presenza di massoni, noi di Leu abbiamo curato con particolare attenzione la formazione delle liste. Il M5s ha tutta una serie di problemi, come sui rimborsi, che stanno facendo perdere smalto alla formazione”.

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