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Lo stop al metodo Stamina è legittimo, lo dice la Corte di Strasburgo

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la decisione delle autorità italiane di rifiutare l’accesso al metodo Stamina a una donna affetta da una malattia degenerativa non ha leso i suoi diritti. I giudici aggiungono che “il valore terapeutico non è stato provato scientificamente”.
A cura di Susanna Picone
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La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la decisione delle autorità italiane di rifiutare l’accesso al controverso metodo Stamina di Davide Vannoni a una donna affetta da una malattia degenerativa del cervello non ha leso i suoi diritti.  Alla corte si era rivolto un padre che si era visto rifiutare dal tribunale di Udine l'accesso al metodo Stamina richiesto per la figlia. Nel ricorso preso in esame dai giudici si sosteneva che la decisione presa dal tribunale di rifiutare alla donna l’accesso al metodo Stamina ha leso il suo diritto alla vita e quello al rispetto della vita privata. Secondo il ricorrente inoltre la sentenza italiana è stata discriminatoria perché in altri casi simili i tribunali hanno autorizzato l’uso di questo metodo. Ma per la Corte di Strasburgo non è, invece, così: i giudici hanno infatti stabilito che le autorità italiane non hanno leso alcun diritto della donna. Ritengono che il tribunale di Udine rifiutando l’accesso al metodo Stamina abbia “dato ragioni sufficienti” e che la decisione non è stata “arbitraria”. La Corte europea dei diritti umani osserva inoltre che “a oggi il valore terapeutico del metodo Stamina non è stato provato scientificamente” e che il decreto legge “persegue il giusto obiettivo di proteggere la salute dei cittadini”.

Le ultime ordinanze su Stamina

La decisione della Corte di Strasburgo arriva a poche ore di distanza da nuove ordinanze di giudici italiani che ancora si dividono tra favorevoli e contrari alla somministrazione delle cure. Da un lato, infatti, il Tribunale civile di Marsala ha accolto il ricorso degli Spedali Civili di Brescia contro la decisione di un giudice che aveva imposto le cure per un bimbo affetto da atrofia muscolare spinale e dall’altro i giudici hanno imposto il metodo nei confronti di una bimba di Modica affetta dal morbo di Niemann Pick. Il Tribunale in questo ultimo caso ha intimato all'ospedale bresciano di individuare entro 5 giorni un medico che possa fare il trattamento con le staminali alla bambina. La piccola ha già subito due infusioni e gli era stata negata la terza.

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