Stop al finanziamento pubblico ai partiti, il Cdm approva le linee guida

UPDATE 14.15 – Il Cdm approva le linee guida sull'abrogazione del finanziamento pubblico – Il Consiglio dei ministri ha dunque deciso che nelle prossime settimane sarà varato un disegno di legge sullo stop al finanziamento pubblico ai partiti. E' stato lo stesso premier Enrico Letta ad annunciare "l'accordo" tramite un tweet:
La riforma del finanziamento pubblico ai partiti entra nell'agenda del governo. Al tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi infatti si inizierà ad affrontare la discussione sull'abolizione dei rimborsi elettorali ai partiti, come anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Premier Letta davanti alla platea di Confindustria. "La politica deve recuperare credibilità e l’intervento non sarà contro i partiti, ma a favore di essi" ha detto Enrico Letta, aggiungendo "Non fare nulla, non rispondere alla domanda di sobrietà che arriva dall’opinione pubblica, sarebbe un suicidio. Vorrebbe dire alimentare l’avversione dei cittadini verso la politica e favorire i movimenti populisti che cavalcano l’antipolitica". Al Momento la discussione nel governo è appena iniziata e ancora non c'è nessuna bozza di riforma anche se una prima traccia su cui muoversi è sta già preparata. Intanto Guglielmo Epifani ha commentato, affermando che "è una scelta giusta" abolire il finanziamento pubblico ai partiti e farlo "gradatamente" per tutelare coloro che lavorano nei partiti.
I pilastri della proposta governativa si basano su quattro punti fondamentali, innanzitutto la trasparenza di spese e bilanci ma anche la possibilità di collegare i rimborsi non ai voti ma alle spese effettivamente sostenute in campagna elettorale e documentabili con ricevute. Tra le proposte in cantiere nel Consiglio dei Ministri anche la sostituzione dell’erogazione diretta dei contributi ai partiti con una fornitura di servizi dove questo è possibile. Infine il governo vuole dare nuovo stimolo ai contributi dei cittadini prevedendo sgravi fiscali per chi finanzia i partiti e regolamentare le attività di lobby in Parlamento.