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Libia: sulle tracce di Gheddafi c’è anche l’Interpol

“Qadhafi, Muammar Mohammed Abu Minyar, responsabile di aver ordinato la repressione di dimostrazioni e di violazione dei diritti umani,” si legge nel “Security Alert” emanato ieri dall’INTERPOL.
A cura di Biagio Chiariello
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Gheddafi

Mentre non accennano ad arrestarsi le tensioni in Libia, per la prima volta da quando la rivolta è iniziata, lo scorso 15 febbraio, l’INTERPOL ha diffuso un’allerta internazionale riguardante Muammar Gheddafi e 15 personalità a lui legate, per dare la possibilità di facilitare l’applicazione delle sanzioni emesse dall'ONU e l’inchiesta aperta dalla Corte penale internazionale a seguito della violenta repressione ordinata dal rais sui manifestanti libici.

Anche nella giornata di ieri il regime di Gheddafi ha colpito duramente i suoi oppositori, ingaggiando feroci scontri per strappare il controllo della città di Zawiya da truppe di ribelli. Tredici persone sono morte. Ma la battaglia ha riguardato anche Ajdabiya – colpita duramente da jet militari, fortunatamente senza causare vittime – e Tripoli. Nella roccaforte di Gheddafi, nonostante la presenza di personale di sicurezza e di truppe mercenarie,  1.000 manifestanti hanno invaso le strade dopo la consueta preghiera del Venerdì, inneggiando contro il rais: "Gheddafi è il nemico di Dio". “Hanno sparato gas lacrimogeni. Ho sentito degli spari. La folla corre da tutte le parti, scrive un reporter della Reuters.

"Qadhafi, Muammar Mohammed Abu Minyar, responsabile di aver ordinato la repressione di dimostrazioni e di violazione dei diritti umani," si legge nel "Security Alert" emanato ieri dall'Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale (INTERPOL). Un'allerta di colore "arancione" volta a garantire che gli organismi preposti all'applicazione della legge in ciascuno dei corpi di polizia del mondo dei 188 paesi membri saranno in grado di prendere tutte le misure necessarie per far rispettare il divieto di spostamento nei confronti del leader libico e altri 15 libici, compresi tra suoi familiari e stretti collaboratori.

A Washington, il presidente americano Obama si è detto pronto ad intervenire contro Gheddafi che "ha perso legittimità" e "deve andarsene", aggiungendo di aver approvato l'uso di aerei militari per portare i cittadini egiziani in Egitto.
Per quanto riguarda la volontà degli Stati Uniti a impegnarsi militarmente, Obama ha detto di aver incaricato il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento di Stato di esaminare la gamma completa di opzioni possibili. "Vogliamo prendere le nostre decisioni sulla base di ciò sarà meglio per il popolo libico, in consulta con la comunità internazionale ", ha detto. "Quindi ci sono tutta una serie di opzioni, militari e non militari, che stiamo esaminando," ha aggiunto il presidente.

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