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Lecce, il tribunale ordina all’Asl di fornire la cura Di Bella: “Produce benefici”

Il giudice ha ordinato all’Asl di rimborsare le cure con metodo Di Bella effettuate da una donna malata.
A cura di A. P.
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La tanto discussa cura Di bella, che scatenò negli anni novanta centinaia di dibattiti pubblici, di nuovo al centro dell'attenzione per una vicenda giudiziaria singolare. Dopo oltre quindici anni dalla bocciatura del metodo, sancita dalla sperimentazione clinica, infatti, il giudice del Lavoro del Tribunale di Lecce ha ordinato all'Asl locale la somministrazione gratuita della terapia ideata dal dottor Luigi Di Bella per una paziente. Il tribunale pugliese, infatti, ha rilevato come la "terapia ufficialmente riconosciuta sia stata inefficace nel caso della paziente", mentre la terapia Di Bella "oltre che notevoli benefici di tipo soggettivo, ha prodotto anche un miglioramento obiettivo e iconografico".

Rimborso da 25mila euro – Per questo motivo l'Asl di Lecce è stata condannata a rimborsare alla donna malata di tumore la spesa di 25mila euro sostenuta per la terapia Di Bella. Nella sentenza, notificata il 28 gennaio scorso, il giudice segnala che "dagli ultimi documenti clinici emerge una situazione clinica in cui accanto ad una progressione di malattia sono evidenti riduzioni e addirittura la scomparsa di alcune lesioni con un miglioramento rispetto al periodo pre-trattamento che rende il trattamento stesso insostituibile".

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