La versione di Marco Bruno a Servizio Pubblico [VIDEO]
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Marco Bruno, il No Tav della "pecorella", è stato intervistato a Servizio Pubblico. La vicenda del faccia a faccia col carabiniere ha fatto il giro prima di tutto il web, e poi di tutti i telegiornali. E così Marco, 28enne torinese, operaio e padre di famiglia, ha deciso di usufruire delle telecamere per fornire la propria versione dei fatti. Si è scusato a modo suo davanti al pubblico del programma di Michele Santoro.
Innanzitutto parla della battaglia dei manifestanti contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa, spiegando che quanto sta accadendo in questi giorni «è una lotta che dura da tanto tempo e non è una cosa avvenuta dall'oggi al domani». Quindi il perché del suo gesto:
«Davanti a centinaia di forze dell'ordine armate fino ai denti per vincere la paura mi immedesimo nel mio idolo Peppino Impastato. Cerco di essere un po' più canzonatorio, mi avvicino ai cordoni e provo a interagire con le forze dell'ordine. Poi ieri ero molto arrabbiato: abbiamo un compagno all'ospedale in fin di vita».
E all'intervistatore che gli fa notare che Peppino Impastato lottava contro la mafia e non con un rappresentate dello Stato, delle forze dell'ordine, Marco Bruno si giustifica, provando ad aggiustare il tiro: «Il mio gesto aveva in realtà l'obiettivo di avvicinarsi a questa gente [i carabinieri]. Io ho iniziato molto male con lui, ero arrabbiato nei suoi confronti. Ma poi ho visto nei suoi occhi la giovinezza che vedo in me, ho scoperto che il ragazzo ha 25 anni: siamo quasi coetanei, è un fratello della stessa età. Così man mano che parlavo con lui ho cercato di fargli capire le nostre ragioni e poi ho concluso dicendogli :"vi vogliamo bene lo stesso, vorremmo solo vivere in pace nella nostra terra"»