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La Siria brucia, per l’Onu si va verso la catastrofe

L’allarme del segretario dell’Onu Ban Ki-Moon che parla di una situazione estremamente pericolosa in Siria, con gli scontri in diverse città tra l’esercito e i ribelli. In più ora c’è la preoccupazione che la tensione tra Siria e Turchia possa degenerare in conflitto.
A cura di Susanna Picone
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L’allarme del segretario dell’Onu Ban Ki-Moon che parla di una situazione estremamente pericolosa in Siria, dove la guerra tra l’esercito e i ribelli è drammaticamente peggiorata e c’è la preoccupazione che la tensione tra Siria e Turchia possa degenerare in conflitto.

La situazione in Siria è estremamente complessa e ora a preoccupare la comunità internazionale non è solo il conflitto interno che assume, giorno dopo giorno, dimensioni più grandi ma anche la tensione che non accenna a diminuire tra il paese di Bashar Assad e la Turchia. Sono giorni che ormai si susseguono gli scontri tra i due Paesi, con i colpi di mortai che dalla Siria cadono in territorio turco e con l’esercito di Ankara che risponde con la stessa moneta. Una situazione tesa al punto che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha avvertito ancora una volta che l’escalation è “estremamente pericolosa”: la preoccupazione è che queste schermaglie tra i due paesi possano degenerare in un conflitto che potrebbe coinvolgere anche il Libano.

La guerra interna ai confini siriani – “La situazione in Siria è drammaticamente peggiorata e pone seri rischi per la stabilità dei Paesi vicini e per l’intera regione”, queste le parole di Ban Ki-Moon espresse dal Forum mondiale per la democrazia di Strasburgo: l’allarme è, infatti, anche interno agli stessi confini del Paese. Per l’Onu la militarizzazione della guerra non fa che aggravare le cose, l’appello è quello di interrompere la consegna di armi. Il segretario dell’Onu ha poi invitato i Paesi donatori ad aumentare i fondi per far fronte alla situazione umanitaria drammatica che c’è nel Paese, per poter fornire alle vittime della guerra un aiuto. Solo i rifugiati che si trovano nei Paesi vicini sono oltre 300mila.

Assad annuncia la riconquista di alcune città in mano ai ribelli – Una catastrofe, insomma, che si rivela tale giorno dopo giorno: anche oggi il numero delle vittime in Siria è drammatico. Si combatte ad Aleppo, a Homs, a Daraa, a Idlib, zone in cui sono morte oltre 60 persone solo oggi. I dati, come di consueto, sono quelli forniti dall’Osservatorio per i diritti umani, la maggior parte delle vittime è stata registrata nelle prime ore dell’alba. Il regime di Assad, inoltre, continua ad annunciare la riconquista di alcune località strategiche intorno Damasco, finora in mano ai ribelli. In particolare l’agenzia di stampa ufficiale ha dato notizia della conquista di Qudsaya, città poco lontana dalla Capitale, e del villaggio di al-Hameh: due località teatro per giorni della guerra tra esercito e ribelli.

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