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La Procura all’Ilva: “Spegnere gli impianti entro cinque giorni”

Cinque giorni a disposizione per avviare le procedure di spegnimento degli impianti: è l’ultimatum della Procura che avvisa, tra l’altro, che in caso di inottemperanza dell’Ilva i custodi potranno procedere “senza ulteriori indugi”.
A cura di Susanna Picone
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Cinque giorni a disposizione per avviare le procedure di spegnimento degli impianti: è l’ultimatum della Procura che avvisa, tra l’altro, che in caso di inottemperanza dell’Ilva i custodi potranno procedere “senza ulteriori indugi”.

Entro cinque giorni l’acciaieria di Taranto dovrà avviare lo spegnimento dei suoi impianti sotto sequestro nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale: è quanto stabilisce l’ultima direttiva della procura arrivata ieri sera. Una notifica che rappresenta un ultimatum nei confronti dell’azienda e che sottolinea che “in caso di inottemperanza” i custodi amministratori potranno nominare ausiliari “procedendo senza ulteriori indugi e osservando comunque tutte le cautele del caso, segnalando eventuali rifiuti, omissioni o abusi a questa Procura per tutte le possibili valutazioni del caso, anche di tipo penale”. Le operazioni dovrebbero iniziare, come stabilito già precedentemente, con lo spegnimento degli altiforni 1 e 5 (il cuore dell’acciaieria, quello che dà lavoro al maggior numero di operai), la dismissione e la bonifica dell’altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto Cokeria e interventi nel reparto acciaieria. Ciò che viene chiesto al presidente dell’Ilva Bruno Ferrante è di individuare “le maestranze necessarie, destinandole alle effettuazioni delle operazioni” con relativi “oneri finanziari, in piena collaborazione con gli altri custodi e sulla base delle loro direttive operative”.

La drammatica alternativa tra salute e lavoro – Per la Procura il piano di spegnimento degli impianti – dunque di stop alla produzione – resta l’unico modo per bloccare l’inquinamento nell’area di Taranto e quindi il reato che ha originato il sequestro. L’ultima direttiva della Procura di Taranto rappresenta la conseguenza dell’incontro avvenuto giovedì scorso tra il procuratore Franco Sebastio e gli altri pm insieme ai custodi giudiziari dell’Ilva: sarebbe stata in quella occasione che i custodi hanno fatto presente ai magistrati che le procedure di spegnimento degli impianti ritardavano ancora a causa della scarsa collaborazione da parte dell’azienda. Un duro colpo che arriva dopo settimane di proteste dei lavoratori e di divisioni tra i sindacati, tutti dinanzi alla drammatica alternativa tra difesa del posto di lavoro o salvaguardia della salute e dell’ambiente. Intanto, nei prossimi giorni dovrebbe essere concessa all’Ilva l’autorizzazione integrata ambientale, che a questo punto potrebbe arrivare a operazioni di spegnimento già in corso.

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