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La metafora dell’Italia? Non pensare alla Concordia ma alla Terra dei Fuochi

Terre avvelenate da sversamenti di rifiuti tossici: chi paga? All’Isola del Giglio per rimuovere quel mostro arenato qualcuno ha messo la mano al portafoglio. E nella terra dei veleni?
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Vuoi una metafora dell'Italia? E non è quella del Paese che si rialza come la Costa Concordia (tra l'altro che bella metafora positiva del cazzo: quella nave sarà pure riemersa, ma è da buttare). Pensa a quello che succede a Casal di Principe, Caserta, Campania, Italia. Un pentito di camorra si sveglia e dice: «Ma io lo so dove hanno sversato i rifiuti tossici, sono lì!». Tutti a scavare e iniziano a trovare i fusti con chissà quale schifo industriale dentro. Terre avvelenate per sempre da liquami, famiglie uccise da malattie incurabili. All'Isola del Giglio com'era sacrosanto chi doveva pagare ha pagato per risollevare quella nave ed evitare uno scempio ambientale. Nella Terra dei Fuochi chi paga? Perché non si può fare, questa maledetta bonifica? Cosa bisogna ancora aspettare?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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