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La mamma di Andrea, 15enne suicida: “Voglio la verità, sapere cosa è successo”

A una settimana di distanza dal suicidio di un giovane studente romano parla sua mamma: Andrea non era gay ma veniva deriso e lei e la sua famiglia l’hanno saputo solo ora dalla scuola. Perché solo ora? La donna vuole la verità, alla magistratura che ha aperto un’inchiesta chiede risposte.
A cura di Susanna Picone
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A una settimana di distanza dal suicidio di un giovane studente romano parla sua mamma: Andrea non era gay ma veniva deriso e lei e la sua famiglia l’hanno saputo solo ora dalla scuola. Perché solo ora? La donna vuole la verità, alla magistratura che ha aperto un’inchiesta chiede risposte.

La storia di Andrea, studente 15enne di un liceo di Roma, ha scosso molto l’opinione pubblica lasciandosi dietro di sé molte accuse e altrettante polemiche. Una settimana fa il ragazzo, secondo troppi stanco dei compagni che lo deridevano sottolineando una presunta omosessualità, ha deciso di togliersi la vita impiccandosi a casa sua. Un gesto estremo che, con le accuse di quanti hanno tirato in ballo l’omofobia e il bullismo, ha spinto la Procura di Roma ad aprire un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati. Ai funerali la madre del giovane, addolorata, aveva detto che suo figlio “era stato crocefisso come Gesù” e oggi, a distanza di qualche giorno, torna a parlare perché vuole la verità su questa terribile storia.

Ai giornalisti ripete di voler sapere cosa è successo e perché. Di voler sapere se quei compagni di scuola e quei docenti di suo figlio Andrea abbiano avuto davvero delle responsabilità, abbiano spinto davvero suo figlio al suicidio. I genitori di Andrea chiedono alla magistratura di indagare, vogliono sapere perché la scuola del figlio non gli aveva detto prima della tragedia (l’ha fatto tramite una lettera aperta) ciò che, in aula, accadeva. Quelle prese in giro al “ragazzo dai pantaloni rosa” e con le unghie laccate, quelle accuse che però i suoi compagni negano dal primo giorno. Abbiamo avuto notizie – dice la donna – di frasi ingiuriose del tipo “non vi fidate del ragazzo dai pantaloni rosa perché è frocio”, frasi fatte cancellare da un docente ma mai comunicate alla famiglia.

“Lo smalto alle unghie perché non le mangiasse” – La mamma parla di quel figlio “motivo di forte orgoglio, sempre educato e rispettoso con tutti”, che a lei diceva tutto. Quel figlio che le aveva detto anche di aver dovuto cambiare la password del suo profilo Facebook perché qualcuno si era intromesso. Parla di quello smalto che lei stessa le aveva fatto mettere per evitare che si mangiasse le unghie, di un’unica maglietta rosa e della sua eterosessualità, dell’amore nei confronti di una ragazza. “Chi dice che sono i colori a individuare l’identità sessuale di una persona?” Se anche fosse stato gay, inoltre, non avrebbe avuto remore nel dirlo perché per nessuno sarebbe stato un problema, la mamma ne è convinta. “Le persone più deboli – afferma la donna – non devono essere lasciate sole dalla società” e i responsabili di bullismo devono essere individuati, anche se minorenni.

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