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La donna che ha abbandonato il neonato: “Ho partorito in casa, non ricordo di averlo gettato”

La donna di Settimo Torinese afferma di non ricordare nemmeno di essersi sbarazzata del piccolo. “Quando il piccolo è stato trovato in strada si è affacciata al balcone. Poi ha anche accompagnato a scuola la prima figlia”, hanno spiegato gli inquirenti.
A cura di Antonio Palma
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"La cosa che più ci ha colpito, nel corso delle indagini è stata l'apparente tranquillità della donna, che dopo aver partorito ha accompagnato a scuola la prima figlia", una bambina di nove anni. Così il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ha raccontato in conferenza stampa  il profilo di Valentina Ventura, la 34enne arrestata nella notte per aver abbandonato in strada, a Settimo Torinese poco dopo il parto, il neonato che aveva messo al mondo e che è morto in ospedale dopo essere stato trovato da un netturbino di passaggio. "Dopo l'interrogatorio e la confessione pensava di tornare a casa", ha aggiunto il magistrato che ha disposto il fermo della donna che ora accusata di omicidio aggravato.

"La donna ha sostenuto di non sapere di essere incinta e anche il marito non ne era al corrente", ha rivelato il procuratore, confermando che la donna non ha chiamato in causa altre persone e al momento non sono emerse responsabilità da parte di terzi.  Le sue dichiarazioni, secondo gli inquirenti, però restano "confuse" e per questo le indagini proseguono per accertare tutta la verità dietro l'abbandono del neonato gettato dal palazzo. "Sono andata in bagno e ho partorito. Poi non mi ricordo più nulla", avrebbe spiegato la donna durante la confessione davanti ai carabinieri, affermando di non ricordare nemmeno di essersi sbarazzata del piccolo. Al vaglio degli inquirenti  anche una malattia genetica ereditaria di cui soffrono il padre e la figlia per capire se tra i possibili moventi del gesto ci sia la paura della 34enne che anche il bimbo fosse malato.

La 34enne per ora rimane  ricoverata in stato di fermo all'ospedale Sant'Anna di Torino dove è stata sottoposta a visita ginecologica che "ha confermato il parto appena avvenuto". Quest'ultimo sarebbe stato "autogestito dalla stessa donna in casa" che poi si è disfatta del corpicino riprendendo le normali attività quotidiane come accompagnare la figlia più grande a scuola. "Quando il piccolo è  stato trovato in strada – ha riferito sempre il procuratore di Ivrea – si è affacciata al balcone anche lei, col marito, guardando quello che stava accadendo".

"È  stata una attività investigativa intensa e frenetica, il punto di svolta è stato il sangue su un tappeto", ha affermato il capitano Pierluigi Bogliacino, comandante della Compagnia carabinieri di Chivasso che ha condotto le indagini che hanno portato a identificare e poi a fermare la donna che ha partorito in casa e poi ha abbandonato in strada il figlio. "Il punto in cui è stato trovato il neonato e le sue condizioni ci hanno fatto supporre che fosse stato abbandonato da un'auto", ha raccontato il militare, spiegando: "La svolta nel pomeriggio, quando ascoltando i residenti del condominio davanti al quale è avvenuto il ritrovamento abbiamo capito che c'era qualcosa che non tornava. Una donna, in particolare, ci ha fornito un racconto anomalo e incongruente. Il successivo controllo presso la sua abitazione, ha consentito ai militari di trovare in bagno un tappetino intriso di sangue vischioso". A quel punto la donna è stata portata in caserma e interrogata e infine ha confessato.

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