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La disavventura di Tina a Parigi: “Mi hanno negato un lavoro solo perché sono donna”

“Non abbiamo spogliatoi per donne” si è sentita dire la nostra connazionale alla ricerca di un impiego in uno dei tanti bar chic con vista sulla Torre Eiffel. “Pensavo di essere in una grande capitale europea – ha scritto Tina in una lettera a Fanpage.it – e invece sono stata discriminata solo per il mio sesso”.
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo:

Cara Fanpage.it, mi chiamo Tina Raucci, sono una studentessa di Giurisprudenza attualmente a Parigi per motivi di studio e di lavoro. Per sostenere al meglio la vita della capitale francese, ho cercato altri lavori da svolgere nel tempo libero e mi sono recata in uno dei Café del centro, molto gettonato e costantemente affollato, proprio a due passi dalla Torre Eiffel. Il turismo è il motore di Parigi, così trovare lavoro nelle vicinanze di siti turistici, sfruttando l'inglese, è abbastanza semplice.  Alla richiesta di lasciar loro il mio curriculum, la risposta è stata scioccante: "Généralement on n'emploie pas de femmes". 

Stentavo a crederci, avevo sentito bene? Mi trovavo in uno dei quartieri più benestanti di Parigi, siamo nel 2019, e mi viene risposto che generalmente non si assumono donne. Incalzo la titolare e conferma: non si assume personale femminile! Sì, è stato ancor più forte per me che a pronunciare quelle parole fosse una donna, di certo più avanti con l'età rispetto a me, ma una donna.

Non ci sto, vado a fondo. Pourquoi? I motivi sono stati svariati: in primis la struttura non dispone di spogliatoi distinti per il personale femminile e quello maschile. Alla domanda "Vous pensez refair vos équipements?", sul fatto di risistemare la struttura adeguandola, la risposta è stata negativa: "Ah pas tout de suite! On ira jusqu'à la retraite!". Si andrà avanti così! I limiti alla pari opportunità per uomini e donne di ambire ad un posto di lavoro avrebbero natura strutturale.

Viene poi successivamente a galla la seconda motivazione, e non saprei dire quanto sia più incisiva rispetto alla prima: "Si vous êtes du soir, le matériel est trop lourd pour une femme!" ("Se lavorate di sera il materiale è troppo pesante per una donna").

Seguendo questo ragionamento una donna in quanto tale è di per sé poco resistente, debole, incapace di sostenere pesi e ritmi di un Café del centro parigino, non di una miniera di sale. Si pensa ancora che l'idoneità ad un determinato lavoro sia legata al sesso? E se fosse un uomo tanto gracile da non poter servire ai tavoli tutti quei piatti insieme, tanto lento da non sostenere la spola sala-cucina? Ritengo di dover valutare l'idoneità della persona rispetto ad una professione sul campo: la conformazione e la resistenza fanno la differenza per professioni dinamiche, l'ingegno e la cultura per le professioni intellettuali.

Ritengo che sia dovere tanto dello Stato quanto morale di un datore di lavoro garantire le stesse condizioni di partenza, predisporre al meglio la propria organizzazione affinché i requisiti di accesso siano per tutti gli stessi: competenze, punti di forza, capacità programmatiche, idee innovative e tutte le skills faranno la differenza. Ritengo che per qualsiasi settore le competenze non abbian sesso, nazionalità, orientamento religioso, sessuale, credo politico. O sei competente o non lo sei, o sei idoneo per una professione oppure no.

Così nel cuore di Parigi, nel 2019, sono io a scegliere di non disperdere energie e risorse laddove si torna indietro nel tempo.

Scelgo di vivere il mio tempo, all'insegna dell'uguaglianza e della libertà, quelle sostanziali, che la storia francese conosce benissimo.

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