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La difesa (non) è sempre legittima: ecco cosa prevede il nuovo testo

Al vaglio della Commissione Giustizia della Camera dei deputati la proposta di riforma della legge sulla legittima difesa, presentata dall’onorevole Molteni, capogruppo della Lega Nord a Montecitorio. Cosa cambierebbe materialmente nel caso venissero approvate tutte le modifiche presentate?
A cura di Charlotte Matteini
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©Spada/Lapresse 14/04/2008 Brescia,Italia Varie immagini simboliche di armi pistole fucili proiettili esposte a EXA 2008 Nella foto:pistola

Con la nuova proposta per la modifica della legge sulla legittima difesa – presentata da Nicola Molteni, capogruppo della Lega Nord alla Camera – si torna a parlare dell'argomento che, complici i casi di cronaca nera come il caso di Graziano Stacchio o la vicenda di Vaprio D'Adda, ha monopolizzato il dibattito politico e televisivo degli ultimi mesi del 2015. Il testo, modificato con l'accoglimento dell'emendamento presentato da David Ermini del Partito Democratico e approvato il 4 marzo dalla Commissione Giustizia – in pratica andrebbe a modificare l'articolo 59 del codice penale, ovvero non l'articolo dedicato alla legittima difesa, ma quello che determina le circostanze del reato.

L'emendamento, in pratica, aggiunge un ulteriore comma all'articolo già esistente: nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa della persona legittimamente presente nel domicilio che usa un'arma legittimamente detenuta contro l'aggressore, se sussiste la contemporanea presenza di due condizioni: se l'errore riferito alla situazione di pericolo e ai limiti imposti è conseguenza di un grave turbamento psichico e se l'errore è causato, volontariamente o colposamente, dalla persona contro cui è diretto il fatto. Di fatto, quindi, nulla cambierebbe, o quasi, rispetto alla legge in vigore.

La legge attuale permette di parlare di "difesa legittima", ovvero non penalmente perseguibile, solo qualora sussistano determinate condizioni: l'esistenza di un diritto da tutelare (proprio o altrui), la necessità della difesa, l'attualità del pericolo (ovvero deve essere imminente, incombente), l'ingiustizia dell'offesa e infine il rapporto di proporzione tra difesa e offesa. Nel 2006, quando venne riformata per la prima volta, vennero introdotti due nuovi commi. Il primo riguardava la cosiddetta "legittima difesa domiciliare", ovvero il diritto all'autotutela del domicilio privato, del luogo di lavoro e dei beni patrimoniali propri o altrui. Il secondo, invece, introduceva la presunzione legale del requisito di proporzionalità tra difesa e offesa, ovvero l'obbligo di determinare se la persona che si è difesa ha o meno rispettato le condizioni previste dalla legge.

Secondo alcuni giuristi l'introduzione della legittima difesa domiciliare, che ai tempi suscitò numerose polemiche e vide la ferma opposizione dei partiti di centrosinistra, introdusse di fatto "una vera e propria licenza di uccidere, che legittima di fatto il farsi giustizia da soli e crea un’area riservata in cui il potere giudiziario deve abdicare al suo controllo ex lege”. La giurisprudenza post-approvazione ha prodotto però sentenze molto lineari: nonostante l'introduzione di questa legittima difesa ‘allargata', "l'ingresso fraudolento o clandestino nella dimora dell'aggredito, in carenza sempre della aggressione o della esposizione della controparte ad un pericolo alla propria vita o incolumità, non acquisisce rilievo per invocare la scriminante della legittima difesa".

Inizialmente, la proposta di legge presentata da Nicola Molteni prevedeva la modifica l'articolo 52 del codice penale, ovvero dell'articolo del codice penale che definisce che cos'è la legittima difesa e prescrive i casi in cui essa non è passibile di sanzione penale. Con l'aggiunta di un comma, Molteni avrebbe introdotto un nuovo tipo di presunzione legale in materia di legittima difesa domiciliare: non sarebbe più stata considerata punibile un'azione volta a respingere l'ingresso di una persona mediante effrazione o comunque contro la volontà del proprietario del domicilio, andando quindi di fatto a eliminare il reato di "eccesso di legittima difesa".

Durante la discussione in Assemblea è stato però approvato l'emendamento presentato dal deputato David Ermini del Partito Democratico che, intervenendo direttamente sulla modifica dell'art. 59 del codice penale, di fatto ha neutralizzato la proposta di riforma presentata da Molteni, lasciando pressoché immutata la legge attuale.

E infatti, in seguito al licenziamento del nuovo testo di legge da parte della Commissione Giustizia, l'onorevole della Lega Nord ha rassegnato le proprie dimissioni da relatore del provvedimento. "La Commissione non ha licenziato il mio testo, ma l'ha bocciato. Un anno fa noi, come gruppo Lega Nord, abbiamo presentato una proposta di legge che introducesse un principio caro e certo per l'applicazione della legittima difesa domiciliare, per consentire al cittadino di potersi difendere all'interno della propria abitazione senza rischiare di dover incorrere in processi o di essere addirittura indagato o condannato. La proposta è stata però bocciata dalla Commissione Giustizia ed è stata sostituita dall'emendamento del Partito Democratico che nulla ha a che vedere con il tema della legittima difesa domiciliare, che è quella che noi vogliamo modificare. Invece così nulla cambia e la sicurezza dei cittadini rimane in pericolo", ha dichiarato il 4 marzo ai microfoni di Radio Radicale, Nicola Molteni.

La pdl di Ermini, da stamane al vaglio della Camera, sta creando accesi scontri tra le fazioni. Nella mattinata tre onorevoli di Italia dei Valori, attualmente in maggioranza di governo, hanno inscenato una protesta contro la proposta e cercato di spingere la propria legge di iniziativa popolare raccogliendo le firme davanti all'entrata di Montecitorio. Anche gli esponenti del Nuovo Centro Destra sarebbe intenzionati a non appoggiare l'approvazione della riforma sulle legittima difesa, che definiscono una "soluzione blanda, inadatta, che non risolve affatto il problema della legittima difesa" e sostengono non sia possibile limitarsi "su una questione particolarmente sentita da tante vittime, a fare una legge solo sui casi di errore. Noi dobbiamo disciplinare nella sua pienezza la legittima difesa e mettere al sicuro le vittime dicendo fin dove possono difendersi. Altrimenti avremo lavorato inutilmente". Il viceministro Costa, in quota Ncd, cercando un accordo, avrebbe chiesto di inserire un emendamento che giustifichi in ogni caso la legittima difesa in presenza di bambini sul luogo di una rapina.

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