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La crisi: il peggio deve ancora venire. Parola di Trichet

Il Presidente uscente della Bce in un intervento al Parlamento Europeo lancia un nuovo monito alle istituzioni nazionali affinché siano rapidi nell’affrontare una crisi sempre più sistemica.
A cura di Antonio Palma
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Il Presidente uscente della Bce in un intervento al Parlamento Europeo lancia un nuovo monito alle istituzioni nazionali affinché siano rapidi nell’affrontare una crisi sempre più sistemica.

A Pochi giorni dalla fine del suo mandato alla guida della più importante istituzione economica europea Jean Claude Trichet lancia un nuovo allarme sui conti di Eurolandia esortando tutti a fare presto. Come più volte fatto in questi mesi, il capo della Banca Centrale Europea ha messo in guardia dal pensare che la crisi stia passando, anzi le sue parole son quelle di chi vede l’occhio del ciclone avvicinarsi. “La crisi, che ora è sistemica, nelle ultime tre settimane è peggiorata e le istituzioni devono agire rapidamente” è stato il suo monito nell’intervento di oggi alla commissione affari economici del Parlamento Europeo.

Per Trichet non c’è nessun momento da perdere perché “ulteriori ritardi aggraveranno la situazione”. La crisi mondiale ha investito in pieno l’Europa e ora si sta allargando anche alle due potenze occidentali economicamente più avanzate, gli Stati uniti e il Giappone, e il rischio contagio è sempre alto. Per questo Trichet ha ricordato che “la Banca Europea  non si è mai auto compiaciuta e non ha mai dormito sugli allori”, infatti, nonostante la situazione sia molto grave ha assicurato “lo sappiamo da tempo e per questo abbiamo attivato tutti i canali con i governi affinché prendano in fretta le decisioni per affrontare la crisi mondiale”. Sicuramente la Bce, in accordo anche con il Fmi, ha da tempo messo in piedi un controllo particolare sulle economie più a rischio, e la prova la troviamo proprio nella lettera segreta inviata al nostro Governo in estate, che poi portò alla Manovra bis.

A questo proposito Trichet ha ricordato come in tanti accusino la Bce di creare allarmismi ma, in realtà, nell’ultimo periodo “lo stress sovrano dalle piccole economie è passato a paesi Ue più importanti” e “l'alta volatilità sui mercati azionari indica che le tensioni si sono allargare ai mercati dei capitali di tutto il mondo”.  Trichet ha a cuore due problemi che vanno affrontati nell’immediato, la crisi dei debiti sovrani e la ricapitalizzazione delle banche. Anche su quest’ultimo versante per la Bce il fattore decisivo resta la rapidità con cui si prenderanno le decisioni chiave.

Il Presidente della Bce ha ricordato il caso della Dexia esposta pesantemente con i titoli di stato e del suo salvataggio concordato tra diversi Paesi europei che va applicato in tempi stretti. Per la ricapitalizzazione degli istituti di credito esposti, Trichet si è detto possibilista nell’uso del cosiddetto fondo salva Stati, Efsf, ma nonostante l’approvazione dell’aumento del suo peso in termini economici ha sottolineato che la Bce non interverrà in alcun modo nel suo potenziamento.

La situazione economica non è delle più rosee e “la grande interconnessione del sistema finanziario dell'Unione europea nel suo complesso ha portato a un rapido accrescimento dell'impatto negativo sull'economia”, Trichet lascia una Bce in piena attività di lotta contro la crisi economica. Per il prossimo presidente Draghi si prospetta un inizio in salita e sfide decisive per le sorti dell’Europa.

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