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L’ultima verità dei fratelli Sorgato: “Il corpo di Isabella Noventa è finito in mare”

Una perizia dimostrerebbe che il corpo di Isabella sarebbe stato gettato nel fiume Brenta, come ha sempre sostenuto Freddy Sorgato, e sarebbe arrivato in mare in 48 ore. Per questo non è mai stato trovato. Gli avvocati dei condannati preparano l’Appello.
A cura di Susanna Picone
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Il corpo mai trovato di Isabella Noventa, la segretaria cinquantaquattrenne di Albignasego (Padova) uccisa con una mazzetta nella casa dell’ex fidanzato Freddy Sorgato la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016, sarebbe finito in mare. Nuove informazioni, riportate oggi dai quotidiani locali, arrivano dagli studi fatti da un perito di parte ingaggiato dagli avvocati difensori di Freddy Sorgato. Studi che dimostrerebbero che il corpo di Isabella Noventa, che Sorgato ha detto di aver gettato nel Brenta dopo l’omicidio, sarebbe arrivato nell’Adriatico in circa 48 ore. Per questo motivo non è mai stato trovato. La perizia aggiunge anche una serie di dettagli sul fatto che i giorni successivi all’omicidio della donna di Albignasego sono stati molto piovosi e avrebbero ingrossato il fiume aumentando portata e velocità di transito dell’acqua e quindi agevolando il percorso del cadavere a valle. Freddy Sorgato aveva detto di aver messo la donna in un sacco e di averla gettata in acqua con alcuni sassi per costringere il corpo ad adagiarsi sul letto del fiume. La tesi difensiva è che il cadavere, gonfiandosi, si sarebbe alzato e avrebbe e navigato a mezz’acqua finendo il suo percorso a mare.

Per la difesa non c'è stata premeditazione – Gli avvocati dei tre in carcere condannati in primo grado per l'omicidio – appunto Freddy Sorgato, la sorella Debora e Manuela Cacco – hanno presentato le richieste dei clienti in corte d'Appello: per la difesa non ci sarebbe stata premeditazione. L'omicidio di Isabella non sarebbe insomma stato pianificato. Per questo il reato, per i fratelli Sorgato, dovrebbe essere modificato in omicidio preterintenzionale o colposo, mentre per quanto riguarda Manuela Cacco i legali chiedono l’assoluzione del reato di concorso in omicidio perché le prove raccolte non definiscono in modo univoco la sua colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio. In primo grado i fratelli Debora e Freddy Sorgato sono stati condannati a 30 anni di reclusione; Emanuela Cacco a 16 anni.

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