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L’appello della mamma del piccolo Tommy, ucciso a 18 mesi: “Non fate uscire l’assassino”

Mario Alessi, il muratore condannato all’ergastolo per l’omicidio a Parma del piccolo Tommy Onofri, potrebbe usufruire di un permesso premio e uscire dal carcere. La mamma del bambino: “Questa è la giustizia dopo 11 anni”.
A cura di Susanna Picone
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Era il 2 marzo del 2006 quando due persone fecero irruzione nella casa a Casalbaroncolo, nelle campagne di Parma, della famiglia Onofri. Immobilizzarono i genitori e rapirono il figlio di 18 mesi, Tommy, sotto gli occhi del fratellino. Un bambino che a casa purtroppo non è più tornato: il piccolo Tommy Onofri venne ucciso poco il rapimento, mentre tutta Italia per un mese seguì in tv il terribile caso nella speranza che il figlio di Paolo Onofri e Paola Pellinghelli fosse ritrovato ancora vivo. Per quel delitto sono state condannate tre persone, Mario Alessi – muratore siciliano che aveva eseguito dei lavori di ristrutturazione in casa Onofri -, la compagna Antonella Conserva e il complice Salvatore Raimondi. Paola Pellinghelli, rimasta sola in seguito alla morte del marito avvenuta qualche anno dopo l’omicidio del piccolo Tommy, condanna l'ipotesi che gli assassini di suo figlio possano uscire con permessi-premio di lavoro.

Lo sfogo della mamma di Tommy: "Questa la giustizia dopo 11 anni"

“C'è chi comincia il reinserimento, c'è chi con i permessi premio… Questa è la giustizia dopo solo 11 anni”, così la donna commentando la possibilità che Alessi nonostante la condanna all’ergastolo possa avere la possibilità di uscire dal carcere. “Alessi e gli altri due si rimpallano le responsabilità – ha detto la mamma di Tommaso Onofri ai microfoni di NewsMediaset – ma chi è stato ora poco importa: devono pagare tutti e tre”. Lei non si dà pace e ripete che oggi suo figlio Tommy andrebbe alle scuole medie, vivrebbe i suoi primi innamoramenti. “Ma Tommy tutto questo non ce l'ha”, così ancora davanti alle telecamere. Già qualche tempo fa, in una precedente intervista, la mamma di Tommy commentò con rabbia la possibilità che l'assassino di suo figlio potrebbe ritrovare parzialmente la libertà: “L’assassino di mio figlio – disse – è stato condannato all’ergastolo, ma l’ergastolo vero lo sconteremo noi, perché mio figlio non mi verrà mai restituito”.

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