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Jobs Act, il Governo Renzi denunciato alla Commissione Europea

La riforma del lavoro del ministro Poletti “apre la strada a un uso indiscriminato del contratto di lavoro a termine e viola tanto i principi che vietano l’abuso di tale strumento quanto quelli che vietano la discriminazione tra lavoratori”. E partono le denunce.
A cura di Redazione
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A riportare la notizia è Luigi Franco sul Fatto: "Due avvocati milanesi hanno presentato una denuncia alla Commissione europea contro la violazione del diritto comunitario che la riforma del lavoro comporterebbe". Si tratta di Maria Grazie Mei e Massimiliano Calcaterra, avvocati milanesi che contestano radicalmente l'impostazione della riforma del Lavoro del Governo Renzi, fortemente voluta dal ministro Poletti e che dovrebbe costituire la prima gamba del Jobs Act . Il primo punto contestato è l'eliminazione dell'obbligo di indicare la causale nelle proroghe dei contratti a termine che, stando a quanto sostenuto dagli avvocati, "inciderà negativamente sulla dignità dei lavoratori, ulteriormente esposti alla precarizzazione dell’occupazione e di ogni altro aspetto della vita sociale, relazionale e affettiva in cui viene a estrinsecarsi la personalità".

Questa norma violerebbe "palesemente e indiscutibilmente quanto indicato dalla direttiva CE 70 del 1999. In particolare lede il principio secondo cui a sostegno del termine apposto ad un contratto di lavoro subordinato debbano essere indicate le ragioni obiettive che lo giustificano". Contestualmente si contesta anche la valenza solo per le aziende con più di 5 dipendenti della norma che impone il tetto del 20 percento ai contratti a termine: "Si apre la strada a un uso indiscriminato del contratto di lavoro a termine e viola tanto i principi che vietano l’abuso di tale strumento quanto quelli che vietano la discriminazione tra lavoratori".

Ora la palla passa proprio alla Commissione Europea che dovrà valutare se sussistano i margini per l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti del Governo. Resta ovviamente la perplessità di fronte ad una denuncia di questo tipo, che certamente però va distinta dalle valutazioni di carattere politico su un provvedimento che ha fatto molto discutere (qui vi abbiamo fornito un quadro dei pareri negativi alla legge impostata dal ministro Poletti).

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