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Jean-Marie Le Pen insiste: “Le camere a gas sono un dettaglio della storia”

Il leader dell’ultradestra francese non si pente delle esternazioni sui campi di sterminio nazisti pronunciate più volte nella sua vita e chi gli sono costate anche una pesante condanna.
A cura di Biagio Chiariello
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Le camere a gas sono state "un dettaglio della storia". A dirlo è stato Jean-Marie Le Pen, presidente onorario del Front National, intervenendo su BFM-TV e RMC. In realtà il leader storia dell’ultradestra francese non è nuovo ad affermazioni del genere. Ed era stato infatti condannato dalla Corte di appello di Versailles nel 1991 a pagare 1,2 milioni di franchi a 11 associazioni che avevano sporto denuncia a seguito di un'intervista del 1987 a Grand-Jury RTL-Le Monde: "Non dico che le camere a gas non siano esistite – aveva detto allora – Io non ho potuto vederle di persona. Non ho studiato in particolare la questione. Ma credo si tratti di un punto di dettaglio nella storia della seconda guerra mondiale".

L'eurodeputato ed ex candidato alle presidenziali ha spiegato di non aver mai avuto alcun rimpianto per quelle dichiarazioni, appunto perché corrispondevano al suo pensiero. "Le camere a gas erano un dettaglio della storia della guerra a meno di non ammettere che la guerra sia un dettaglio delle camere a gas". Le Pen spiega come la vicenda sia “stata strumentalizzata contro di me introducendovi un sospetto di antisemitismo mentre io sfido chiunque a citare una frase antisemita nella mia vita politica", ha aggiunto. Ad una domanda sui morti nelle camere a gas, ha risposto: "Non sono un milione di morti, sono le camere a gas, sono altra cosa. Non so, io parlo di cose precise".

Interpellata sulle ultime dichiarazioni rilasciate dal padre, Marine Le Pen si è limitata a parlare di "una provocazione". Parlando con Le Figaro, ci tiene però a manifestare il proprio "profondo disaccordo", per quanto sia d’accordo col genitore. "E' la costruzione artificiosa di una polemica e siamo in presenza di una strategia dichiarata. Crede che la polemica sia positiva per il movimento”.

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