Isis, audio Al Baghdadi dopo le voci sulla presunta morte: parla anche di Corea del Nord

Dopo le continue voci sulla sua presunta morte l’Isis ha pubblicato un nuovo audio del suo capo Abu Bakr Al-Baghdadi. Si tratta di un messaggio che dura 46 minuti e di cui dà notizia Site, il sito che monitora le attività jihadiste online. Non è chiaro quando l'audio sia stato registrato ma a quanto è dato sapere Al Baghdadi parlerebbe anche della Corea del Nord e delle tensioni, piuttosto recenti, tra Kim, gli Stati Uniti e il Giappone. “America, Europa e Russia vivono in uno stato di terrore temendo gli attacchi dei mujahideen”, è quanto avrebbe detto il leader dello Stato islamico nell'audio-messaggio. Aggiunge anche che ora “i nordcoreani hanno cominciato a minacciare l'America e il Giappone con la loro potenza nucleare”. C’è inoltre un appello ai seguaci dell'Isis per “distruggere ogni tiranno”, che si trovi “dentro o fuori” i territori dello Stato islamico. La voce afferma che il sangue dei miliziani uccisi in Iraq e Siria non deve essere stato versato “invano”. Varie notizie sulla presunta morte di Al- Baghdadi, sulla cui testa gli Stati Uniti hanno posto una taglia di 25 milioni di dollari, sono state diffuse negli ultimi anni, ma mai ci sono state confermate. A giugno 2016 la Russia aveva detto che il califfo era stato probabilmente ucciso in un raid a Raqqa, ma poi all'inizio di settembre dagli Usa hanno affermato che era probabilmente ancora vivo e che secondo informazioni di Intelligence si nascondeva in un'area tra l'Iraq e la Siria.
In Usa allarme attentati con droni
Intanto dagli Stati Uniti il direttore dell'Fbi Christopher Wray ha lanciato un allarme: a suo dire, i gruppi terroristici stanno cercando di usare i droni per condurre attacchi nel Paese. “Penso che sappiamo che le organizzazioni terroristiche sono interessate a usare i droni”, ha detto Wray in un'audizione della commissione per la sicurezza interna e affari governativi del Senato. “Abbiamo visto che all'estero questo accade già con frequenza crescente, e l'aspettativa è che arrivi anche qui a breve”, ha quindi aggiunto. Ha poi precisato che i droni sono “relativamente facili da gestire e abbastanza difficili da monitorare”. Nicholas Rasmussen, direttore del National Counterterrorism Center, ha condiviso le preoccupazioni del direttore dell’Fbi: “Due anni fa questo non era un problema, un anno fa era un problema emergente, ora è un vero problema – ha detto al Congresso – Quindi stiamo cercando velocemente di adeguare le nostre strategie”.