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Samsung Galaxy S22 sarà fatto con la plastica riciclata delle reti da pesca

A partire dalla sua prossima gamma di smartphone, Samsung utilizzerà la plastica delle reti da pesca recuperate dal mare per produrre i suoi dispositivi.
A cura di Lorena Rao
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Samsung ha annunciato che presto incorporerà plastica delle reti da pesca in tutta la sua gamma di prodotti. I primi a utilizzare materiali riciclati dal mare saranno i dispositivi Galaxy che saranno presentati al grande pubblico in occasione di Unpacked, evento previsto il prossimo 9 febbraio alle 16:00 ora italiana. Non è ancora chiaro in che misura verrà utilizzato il suddetto materiale e in quali parti dei prodotti: Samsung non ha dato dettagli in merito.

Secondo un rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, ogni anno vengono scaricate in mare circa 640.000 tonnellate di reti da pesca. Fantasmi silenti che "stanno sconvolgendo il delicato equilibrio del nostro ambiente a un ritmo allarmante", scrive Samsung in un post sul blog. "Raccogliere e riutilizzare queste reti sono i primi passi fondamentali per mantenere puliti i nostri oceani e preservare il pianeta e il nostro futuro collettivo".

Samsung non è l'unica azienda a modificare i propri meccanismi di produzione per l'ambiente, soprattutto riguardo l'uso della plastica. Tra queste vi è Sony, che nel 2021 ha dato il via all'operazione Green Management 2025 per abbattere l'utilizzo della plastica nei propri prodotti entro i prossimi tre anni. Per essere ancora più specifici, i materiali utili per l'assemblaggio di PlayStation 5 e per il packaging degli accessori saranno progettati per essere completamente riciclabili. In termini di peso si parla del 93-99% di plastica in meno. A tutto questo si unisce un'ulteriore iniziativa di Sony, persino precedente a Green Management 2025, One Blue Ocean Project.

L'inquinamento che attanaglia mare, oceani e spiaggia ha raggiunto livello allarmanti e dannosi per fauna e flora marina, costrette a sopravvivere tra i rifiuti prodotti dall'uomo, ancora noncurante e irrispettoso degli equilibri ambientali, questi ultimi ulteriormente scossi dalla pandemia esplosa nel 2020.

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