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Quando lo Spid diventerà a pagamento: chi deve pagare e quali sono i gestori ancora gratuiti

Dopo anni di gratuità, lo Spid entra in una nuova fase: alcuni provider hanno iniziato a introdurre un canone annuale per il mantenimento dell’identità digitale. Aruba e InfoCert hanno già comunicato i nuovi costi, mentre Register.it e Namirial adottano modelli misti. Poste Italiane, invece, conferma che il servizio PosteID resterà gratuito fino al 2030, nonostante il mercato si muova verso la fine della gratuità universale.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'era dello SPID "senza costi" sembra avviarsi verso una progressiva trasformazione, con diversi gestori che hanno già annunciato il passaggio a un servizio a pagamento. Tra questi, almeno per il momento, non ci sarà PosteID, l'identità digitale di Poste Italiane che, a detta dell'amministratore delegato Matteo Del Fante, continuerà a essere gratuito per i cittadini almeno fino al 2030.  "Al momento Spid resta gratuito per i cittadini anche se il mercato si sta muovendo in direzione diversa. Stiamo facendo le nostre valutazioni – ha dichiarato Del fante – ma per ora il servizio rimane gratuito con Poste".

Altri gestori, come Infocert e Aruba e Register.it, hanno ibfatti già aggiornato il loro tariffario, segnando un cambio di passo importante per milioni di utenti, abituati da anni a utilizzare gratuitamente la chiave d'accesso a servizi pubblici e privati.

Perché lo SPID ora è a pagamento

Lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è nato nel 2016 come servizio gratuito per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione ed era frutto di una collaborazione tra settore pubblico e aziende private. Lo Stato definiva le regole tecniche e i requisiti di sicurezza previsti dal Codice dell'Amministrazione Digitale, mentre i dodici provider accreditati si occupavano della gestione operativa. Per anni il sistema ha funzionato grazie a convenzioni che garantivano ai gestori un contributo economico da parte dello Stato, permettendo di offrire il servizio gratuitamente agli utenti.

Dopo l'insediamento del governo Meloni però, le cose hanno iniziato a cambiare. L'esecutivo ha infatti deciso di puntare maggiormente sulla Carta d'Identità Elettronica (CIE) e sullo sviluppo dell'IT Wallet, il portafoglio digitale gestito direttamente dallo Stato. Questo cambio di rotta ha comportato una progressiva riduzione dei fondi destinati ai provider:, tanto che l'accordo siglato nel 2023, che prevedeva ulteriori 40 milioni per la gestione del servizio Spid, è stato sbloccato solo a marzo di quest'anno. Di fronte a un sostegno sempre più limitato, i gestori hanno dovuto ripensare un modello economico più sostenibile.

Nel 2025 un nuovo accordo tra l'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) e i gestori ha però confermato la gratuità della base del servizio, lasciando comunque ai provider la libertà di introdurre formule a pagamento o servizi premium. Molte aziende, che da tempo lamentavano di operare in perdita, hanno quindi deciso di introdurre un canone annuale per garantire la continuità del servizio.

I provider di Identità Digitale a pagamento

Al momento, diversi gestori hanno comunicato ufficialmente l'introduzione di un canone per il rinnovo o il mantenimento dello SPID. I principali sono:

  • InfoCert: come annunciato a fine luglio, Infocert ha stabilito un costo annuale di 5,98 euro, IVA inclusa, a partire da luglio 2025. Il primo anno resta gratuito, ma il rinnovo non sarà automatico e l'utente dovrà accettare esplicitamente il nuovo costo per continuare a utilizzare il servizio.
  • Aruba: ha introdotto un canone di circa 4,90 euro all’anno (più IVA) dal secondo anno di abbonamento. La decisione è stata motivata dall’esigenza di coprire i costi di gestione e di sicurezza dopo la fine dei contributi statali.
  • Register.it: ha applicato un costo di 9,90 euro all’anno, che può salire fino a 80 euro in base al metodo di riconoscimento scelto (ad esempio con smart card o firma digitale).
  • Namirial: ha adottato un modello "freemium", a metà tra il free e il premium. Una versione gratuita, chiamata "Lite", permette l’uso dello SPID solo per servizi di aziende private, mentre la versione Full, necessaria però per accedere ai servizi della pubblica amministrazione, prevede un costo di 9,90 euro.

È però probabile che nei prossimi mesi altri gestori rivedano i propri modelli di servizio, adattandosi all’evoluzione del mercato digitale.

Quali sono i gestori di SPID gratuiti

Nonostante il nuovo scenario, esistono ancora numerosi provider che mantengono l’identità digitale senza costi per gli utenti. Alcuni di essi hanno confermato la gratuità anche per i prossimi anni. Ecco l'elenco aggiornato dei gestori che offrono ancora SPID gratuito:

  • PosteID (Poste Italiane)
  • Lepida ID
  • Sielte ID
  • Etna ID
  • ID InfoCamere
  • Intesi Group ID
  • TeamSystem ID
  • Spid Italia ID

Va tuttavia precisato che, anche per i gestori gratuiti, alcune modalità di riconoscimento – come quelle tramite webcam o operatore remoto – possono prevedere un costo una tantum. Inoltre, la situazione potrebbe evolversi nei prossimi anni, con possibili aggiornamenti alle politiche di gratuità. Per evitare disagi, è consigliabile controllare le comunicazioni ricevute via email o tramite l’area personale del provider e, se necessario, migrare verso un gestore che offra ancora il servizio gratuito.

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