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Perché questa estate i voli costeranno più del solito

Biglietti per Londra a 400 euro, per Parigi 350. Sembra la fine dell’era low cost, dietro ai rincari c’è l’inflazione, la guerra e lo squilibrio tra domanda e offerta. A pesare su tutto un modello di business non più sostenibile.
Intervista a Pierluigi Di Palma
Presidente Enac, Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
A cura di Elisabetta Rosso
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Forse è davvero finita l’era del biglietto per Londra a 7 euro. Gli ultimi dati forniti dall’Istat segnano nell’ultimo mese un incremento del +91% rispetto alla primavera del 2021, i voli intercontinentali sono cresciuti del +35,7%, quelli nazionali del 15,2%. Sarà caro salire su un aereo questa estate. “Dietro ai prezzi alti ci sono diversi fattori. Sicuramente l’inflazione, poi il caro energia e anche la questione geopolitica. La guerra in Ucraina incide sui prezzi dei biglietti aerei”, ha spiegato Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, l’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile.

Non solo, come sempre influisce la regola della domanda e dell’offerta. “È chiaro che se molte persone fanno richiesta in un determinato periodo il costo cresce, è sempre stato così. Diventa un problema quando i prezzi degli ultimi biglietti crescono in modo sproporzionato, calcolati da un algoritmo che determina il costo solo in base alla domanda. E così un volo che il giorno prima costava 150 euro arriva a 500”, spiega Di Palma. La crisi potrebbe diventare una leva per spingere le compagnie aeree a immaginare nuovi modelli di business più sostenibili, ma al momento le condizioni di esistenza segnano uno stop all’era dei biglietti low cost.

L'offerta non basta per la domanda

La regola della domanda e dell’offerta come dicevamo sta alla base. Il problema secondo Di Palma è anche lo squilibrio tra i prezzi per lo stesso volo. “Le compagnie aeree usano i biglietti a basso costo per attrarre persone e indurre a comprare, ma poi questo meccanismo porta a gonfiare i prezzi finali, quelli degli ultimi biglietti. Noi vorremmo che questa forbice si riducesse, invece di comprare un biglietto a 20 euro e arrivare a 300 è meglio rendere più equilibrati i prezzi”. Federconsumatori Sicilia a gennaio aveva inviato una segnalazione all’Enac per il rincaro dei voli, un biglietto Roma-Catania del 21 dicembre era arrivato a costare oltre 500 euro.

Il Codacons ha pubblicato le previsioni per questa estate. Ipotizzando le date dal 10 al 12 giugno per un biglietto Roma-Parigi servono in economy almeno 355 euro, da Milano Malpensa a Lisbona, 364 euro. Per Londra arriva a costare 399. Al di là della domanda bisogna considerare l’offerta. Se dopo la pandemia le persone hanno cominciato di nuovo a viaggiare si sono trovare però di fronte a aeroporti, soprattutto europei in difficoltà. Lo Schiphol di Amsterdam e Heathrow di Londra, hanno infatti introdotto limiti per i passeggeri per ridurre l'impatto della carenza di personale, costringendo le compagnie aeree a ridurre i loro voli. Sono anche fallite compagnie aeree, per esempio Flybe, e in generale ci sono meno posti rispetto alla domanda. Come ha spiegato il Ceo di Boeing a pesare c’è anche la mancanza di velivoli dovuta alle tensioni sul mercato delle materie prime. Airbus e Boeing hanno cercato di consegnare nuovi aerei quest'anno, ma le compagnie avranno a loro disposizione meno mezzi del previsto.

Inflazione e caro energia

“L’inflazione poi sicuramente sta pesando anche su questo settore. Noi oggi abbiamo un’inflazione che viaggia tra il 7 e l’8%, con l’euro c’eravamo abituati a una moneta più stabile, e quindi è un momento di difficoltà”. Pesa su tutto, anche sui voli. A incidere sul prezzo del biglietto aereo c’è il carburante. Il CEO di EasyJet, ha spiegato che nell’ultimo anno la tariffa media è cresciuta del 31% a causa dell’aumento del 71% del prezzo del petrolio. Le sanzioni al gas e al petrolio russo hanno inciso sull’aumento dei prezzi. “Non si può non considerare il fattore geopolitico, che ha gravato sull’aumento dei costi. Non stupisce sommando tutti questi fattori vedere i costi dei biglietti così alti” ha aggiunto Di Palma.

Oltre ai fattori elencati, c’è poi forse la fine di un modello che ha permesso di acquistare biglietti aerei a prezzi stracciati. “Anche compagnie come Ryanair sono cresciute, hanno oltre 400 aerei e la dinamica mordi e fuggi, arrivo in un aeroporto e atterro dove riesco non funzionano più”. L’aveva anche annunciato lo scorso agosto l’amministratore delegato di Ryanair Michael O'Leary. “Le dinamiche della liberalizzazione con la pandemia hanno subito un’accelerazione” ha aggiunto Di Palma, in questo momento i prezzi sono alti ma probabilmente la crisi costringerà il settore a immaginare nuovi modelli di business. “Per quanto riguarda l’estate noi ci aspettiamo difficoltà in Francia per gli scioperi, in Germania, invece perché i cieli sono occupati, con la situazione Ucraina ci sarà sofferenza per il traffico di voli nel Centro Europa. Siamo invece ottimisti per il sistema Italia nel gestire il traffico” conclude Di Palma.

ENAC | Pierluigi Di Palma
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