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Per capire gli “accordi irragionevoli” tra Meta e Siae ci mancano tre dati (e intanto la musica non c’è)

In Italia la musica gestita da Siae non può ancora essere riprodotta su Instagram e Facebook. Oggi dei rappresentanti di Meta e Siae sono stati ascoltati dalla Camera dei Deputati ma per capire cosa sta succedendo ci sono ancora un po’ di informazioni che mancano.
A cura di Valerio Berra
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Di solito nelle trattative funziona sempre così. C’è un picco dove le parti non si incontrano più, si minaccia di far saltare il tavolo e poi in qualche modo si trova una soluzione per ricomporre tutto. L’audizione dei rappresentanti di Meta e Siae alla Camera dei Deputati di oggi poteva servire anche a questo. Ma a giudicare dai primi risultati sembra che abbia solo contribuito a rendere ancora più complessa tutta questa vicenda. Una vicenda cominciata con l’accordo saltato tra la società di Mark Zuckerberg e la Società italiana degli autori ed editori per la riproduzione della musica su Instagram e Facebook.

Questa mattina alle 11.00 il presidente di Siae Salvatore Nastasi è stato ascoltato alla Camera dei Deputati, davanti alla Commissione riunite Cultura e Trasporti. Un appuntamento a cui si è presentato anche Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta. Il video di Salvatore Nastasi si può trovare in versione completa sul portale della Camera dei Deputati, quello di di Angelo Mazzetti invece al momento non è stato caricato.

Le dichiarazioni dopo gli incontri

Terminata l’audizione di Salvatore Nastasi, Siae ha diffuso un comunicato stampa in cui ribadiva due concetti. Il primo è che dal suo punto di vista la trattativa è ancora aperta e la seconda è che per chiudere è necessaria una maggiore trasparenza di Meta. Tradotto: un’offerta più generosa. Le parole esatte sono state:

“Siae ribadisce che da parte di Meta ci si aspetta una maggiore trasparenza e collaborazione per superare l’asimmetria informativa che ha causato lo stallo della trattativa e soprattutto il parziale oscuramento della musica italiana da parte di Meta sulle piattaforme Facebook e Instagram con gravi danni per tutta la filiera musicale nazionale”.

Anche Meta ha diffuso una serie di dichiarazioni. I suoi toni sono stati meno concilianti. Meta ha voluto rimarcare il fatto che la trattativa è stata interrotta da Siae e che le sue proposte sono state “irragionevoli”. Anche qui riportiamo il testo dei comunicati arrivati alla stampa:

“Non abbiamo deciso di interrompere le trattative unilateralmente, come è stato dichiarato. La licenza è scaduta il 15 dicembre 2022, e già dallo scorso agosto abbiamo preso contatti per rinnovare l’accordo. La trattativa si è interrotta per la natura dell’importo chiesto da Siae, che inizialmente è stata di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022. SIAE si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore ad un aumento del +310%”.

Dopo queste dichiarazioni è anche partito un curioso "momento social" di Siae. Su Twitter, campo neutro, l'account ufficiale ha pubblicato una serie di commenti in cui ha smentito le informazioni di Siae: "Che SIAE abbia rifiutato offerte inferiori ad un aumento del 310% rispetto all'accordo del 2022 è falso". E ancora: "SIAE non ha mai dato un ultimatum a Meta come fatto da quest’ultima".

Le dichiarazioni che avremmo voluto sentire dopo gli incontri

Al netto delle percentuali, Meta in questi comunicati non parla di cifre. Elemento discretamente importante sia per valutare l’importo di quello di cui si sta parlando che per capire se le proposta di Siae fosse effettivamente insensata. Durante l’incontro con i rappresentati della Camera Salvatore Nastasi ha definito i soldi forniti da Meta come “elemosina”. Il primo elemento che manca quindi sono i soldi. Quanto valgono i diritti degli artisti Siae per Meta?

Il secondo punto sono i dati delle interazioni, una sfumatura più complessa. Nei comunicati inviati ai giornalisti Meta spiega che dalle Story su Instagram non guadagna nulla. I ricavi, in termini di inserzioni pubblicitarie, arrivano solo dai video lunghi più di 60 secondi. E su questo ci sono pochi dubbi. Però, almeno a noi, sembra che la possibilità di inserire la musica nelle Story o nei Reel sia una delle opzioni più usate dagli utenti. Quante persone la usano? Quante interazioni creano queste Story? Quanto sono diminuiti i contenuti sulla piattaforma dopo che è stata bloccata questa funzione?

In tutto questo c’è da considerare l’ultimo punto. Sempre non detto, ma questa volta da Siae. Quanto beneficia Siae della pubblicità fatta su Instagram e Facebook dagli utenti che utilizzano le i suoi brani? Quanto stanno diminuendo gli ascolti in streaming da quando è saltato l’accordo? Quanto stanno perdendo gli artisti? Lo stesso presidente Nastasi ha spiegato che senza l’appoggio del governo Siae non potrebbe resistere nella trattativa con Meta. Il prossimo tavolo è fissato per il 6 aprile al ministero della Cultura. Ma poi?

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