La Lega vuole vietare WhatsApp e i social ai minori di 14 anni: cosa dice il Disegno di Legge

La prima firma è di Erika Stefani, senatrice di lungo corso della Lega e già ministra degli Affari Regionali nel governo Conte 1 e per le Disabilità nel governo Draghi. Accanto alla sua nel nuovo disegno di legge presentato in Senato ci sono anche quelle di altri membri del partito, come il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio. Al centro della proposta ci sono i social. Più nello specifico le regole di accesso dei minori alle piattaforme tecnologiche.
Il testo è stato visto in anteprima dall’agenzia stampa Adnkronos che ha anticipato parecchi passaggi. I più netti riguardano l’età minima per accedere alle piattaforme: 14 anni. Una soglia a cui poi devono seguire altri due anni in cui l’accesso viene fatto solo con l’approvazione dei genitori. La proposta di Stefani non è l'unia arrivata in Parlamento. C'è anche il Disegno di Legge 1136 firmato da Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d'Italia.
Il problema della verifica dell’età
Questa proposta al momento alza di un anno la soglia per accedere alle piattaforme più grosse. Almeno stando alle regole europee. Nel 2024 infatti nell’Unione Europea l’età minima di accesso a WhatsApp è stata fissata a 13 anni. Certo. Come si può intuire facilmente il problema non è tanto definire una soglia ma farla rispettare. Un impegno che nella proposta a firma Stefani viene lasciato ai gestori. Sempre secondo le anticipazioni di Adnkronos sono gli stessi gestori a doversi dotare “efficaci sistemi atti a verificare l'età degli utenti e a ricevere il benestare dei tutori legali”.
Il problema è che al momento non ci sono, almeno in Italia, metodi così certi per definire l'età di un utente. Lo spiega anche la stessa Instagram, la cui soglia di accesso è 13 anni: “Sappiamo purtroppo che la verifica dell'età online è complicata ed è un tema che molte aziende nel nostro settore stanno affrontando. Per rispondere a questa sfida, stiamo sviluppando nuove tecnologie di intelligenza artificiale e apprendimento automatico che possano aiutarci a garantire la sicurezza degli adolescenti”.
I tentativi all’estero: i casi della verifica dell’età per la pornografia
Uno dei casi più interessanti negli ultimi anni riguarda l’accesso ai portali dove viene caricato materiale pornografico. In diversi Paesi, soprattutto negli Stati Uniti, è stato introdotto un passaggio di verifica con strumenti di legati all’identità digitale. Il sistema ha schermato effettivamente gli accessi ai siti principali, ma non è riuscito a bloccare i flussi verso i siti meno esposti, le chat Telegram o i gruppi Reddit. Certo. Con i social sarebbe diverso. Difficile trovare un’alternativa pirata a Instagram.