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Il razzo della Blue Origin di Jeff Bezos è esploso in fase di test: le cause dell’incidente

L’esplosione del 30 giugno potrebbe rallentare il lancio della missione Vulcan Cer-1. A innescare il danno è stato un guasto ai motori BE-4 che hanno preso fuoco prima della partenza.
A cura di Elisabetta Rosso
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Se si tratta di Spazio le esplosioni sono all'ordine del giorno. Non solo, sono anche il metodo giusto per "imparare dagli errori", come ha confessato Elon Musk dopo che il suo razzo Starship è andato in mille pezzi a tre minuti dal lancio. Questa volta è il turno di Blue Origin. Il motore BE-4 è infatti esploso durante i test, l'incidente ha distrutto il motore e danneggiato l'infrastruttura. Non è ancora chiaro cosa sia successo, il portavoce dell'azienda ha spiegato a CNBC che "hanno riscontrato un problema durante il test del Vulcan’s Flight Engine 3". Ha poi aggiunto che "nessun dipendente è rimasto ferito, stiamo cercando di capire quale è stata la causa dell'incidente".

Il lancio del 30 giugno in Texas faceva pare di una serie di test che si sarebbero conclusi a luglio. L'esplosione del motore però potrebbe ritardare il primo lancio di Vulcan, che doveva già partire a inizio 2023. Nonostante l'incidente l'azienda ha detto: “Saremo in grado di soddisfare i nostri impegni per la consegna del motore e stare al passo con le esigenze dei nostri clienti”.

Anche l'United Launch Alliance (ULA) la joint venture fondata nel dicembre 2006 da Lockheed Martin e Boeing, che lavora con Blue Origin, non si è lasciata scoraggiare dall'incidente. Hanno infatti spiegato che l'esplosione non influirà sui piani della missione Vulcan Cer-1. Martedì il presidente e CEO di ULA Tory Bruno ha scritto su Twitter: "I fallimenti ATP non sono rari. Ecco perché li facciamo su ogni singolo numero di serie che esce dalla linea".

Il motore BE-4

Nel 2014 Blue Origin ha firmato un accordo con United Launch Alliance per sviluppare il motore del razzo Vulcan, successore dell'Atlas V. L'obiettivo principale del Vulcan è lanciare i satelliti in orbita, come ha spiegato l'ULA è più economico rispetto ai vecchi razzi dell'azienda grazie al progetto SMART, il programma che consente di recuperare le parti più costose del razzo dopo il lancio e di rimetterle a nuovo per poterle riutilizzare. Il motore sarà utilizzato anche per il razzo orbitale New Glenn. ULA ha scelto il BE-4 prodotto negli Stati Uniti per sganciarsi dalla Russia, prima infatti l'azienda utilizzava i motori RD-180 fabbricati a Chimki, dalla NPO Energomash. Sempre su Twitter Bruno ha aggiunto: "Molti altri BE-4 hanno superato l'ATP e sono partiti a fuoco vivo. Questo lancio è fallito e ora stiamo trovando la soluzione".

BLUE ORIGIN | Il motore BE-4
BLUE ORIGIN | Il motore BE-4

Il turismo spaziale dei miliardari

Blue Origin è la compagnia spaziale fondata da Jeff Bezos nel 2000. Oltre a produrre razzi per i suoi clienti, l'azienda punta anche sul turismo spaziale. Un campo dove i miliardari delle Big tech si stanno sfidando. Basta pensare a Elon Musk con Space X o Sir Richard Branson, il 29 giugno è partito ufficialmente il primo volo commerciale della Virgin Galactic. Ed era stato proprio Branson nel 2021 a battere Bezos lanciando nove giorni prima del volo di Blue Origin la sua missione.

In realtà i guasti tecnici, come dicevamo, sono all'ordine del giorno nel settore spaziale. Per esempio ad aprile il razzo Starship di Space X è esploso dopo tre minuti dal decollo nel cielo del Texas. Nonostante il fallimento Musk aveva commentato: “Congratulazioni a tutto il team di SpaceX per questo test emozionante”, ha poi aggiunto che gli incidenti sono un modo prezioso per migliorarsi, “abbiamo imparato molto oggi”.

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