
Il governo israeliano sta comprando annunci su Google per screditare Francesca Albanese: l’indagine di Fanpage.it

Francesca Albanese è una giurista e docente italiana. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Se si cerca il suo nome su Google però non compare la pagina Wikipedia, come fino a poco tempo fa. Il primo risultato sul motore di ricerca è infatti una pagina sponsorizzata da govextra.gov.il, un sottodominio del governo israeliano. Nel testo si legge: "Durante il suo mandato, Albanese ha ripetutamente violato i principi di imparzialità, universalità e integrità professionale, fondamentali per il suo mandato alle Nazioni Unite." Il documento elenca poi una serie di presunte violazioni degli standard etici delle Nazioni Unite, accusando la giurista di aver avuto ripetuti contatti con gruppi terroristici, tra questi anche Hamas.
La pagina sponsorizzata infatti fa parte di una campagna controversa del governo israeliano. Da mesi la Israeli Government Advertising Agency – agenzia che opera come gruppo di comunicazione per il governo di Benjamin Netanyahu – sta cercando di manipolare la narrazione con strumenti propri della comunicazione commerciale. Su Fanpage.it stiamo ricostruendo la campagna pubblicitaria di Israele in Italia attraverso l'analisi delle sponsorizzazioni su Google. Nelle ultime settimane si è intensificata, e il caso Albanese è solo l'ultimo tassello.
La campagna del governo israeliano contro Francesca Albanese
Abbiamo ricostruito la campagna pubblicitaria contro Albanese attraverso l'analisi delle sponsorizzazioni su Google Ads. Consultando il portale Ads Transparency di Google, risulta che il dominio govextra.gov.il ha sponsorizzato la pagina contro Albanese per la prima volta il cinque luglio, poi l'ha aggiornata l'otto. Secondo i dati forniti da Google compare sotto la categoria: Famiglia e comunità.

Il meccanismo è semplice, basta pagare per spingere una pagina in cima ai risultati di ricerca su Google. Funziona con un sistema a pagamento per clic (pay-per-click), dove gli utenti scelgono specifiche parole chiave legate ai loro prodotti o servizi e creano annunci testuali mirati. Ogni volta che un utente cerca una delle parole chiave, l’annuncio può comparire tra i primi risultati, segnalato dalla dicitura “Sponsorizzato”.
Così Israele ha finanziato una campagna pubblicitaria su Google contro Francesca Albanese. Non è un bersaglio scelto casualmente, la relatrice speciale delle Nazioni Unite ha infatti denunciato il ruolo delle principali aziende tecnologiche statunitensi nel supportare le operazioni militari israeliane. La denuncia è contenuta in un rapporto presentato il 30 giugno al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU. Nel documento si legge:
”Questo rapporto indaga i meccanismi aziendali che sostengono il progetto coloniale israeliano di sfollamento e sostituzione dei palestinesi nei territori occupati. Mentre i leader politici e governi si sottraggono ai propri obblighi, troppe entità aziendali hanno tratto profitto dall’economia israeliana di occupazione illegale, apartheid e ora genocidio. La complicità denunciata da questo rapporto è solo la punta dell’iceberg; porvi fine non sarà possibile senza chiamare a rispondere il settore privato, compresi i suoi dirigenti. Il diritto internazionale riconosce diversi gradi di responsabilità, ognuno dei quali richiede esame e accertamento delle responsabilità, in particolare in questo caso, in cui sono in gioco l’autodeterminazione e l’esistenza stessa di un popolo. Questo è un passo necessario per porre fine al genocidio e smantellare il sistema globale che lo ha permesso”.
Il precedente UNRWA: come Israele manipola Google
Non è la prima volta. Il governo di Israele aveva adottato la stessa tattica per screditare l'UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi. A maggio 2024 ha finanziato una campagna pubblicitaria contro l'agenzia. Ancora adesso, a distanza di oltre un anno, il primo risultato che compare cercando UNRWA su Google è la pagina sponsorizzata che recita: "Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno scoperto numerose prove che hanno rivelato la profondità e la portata dell'infiltrazione di Hamas nell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (UNRWA) a Gaza e il sistematico e a lungo termine tentativo di Hamas di sfruttare l'infrastruttura, la forza lavoro e la presenza operativa dell'agenzia per scopi terroristici."
L'UNRWA, in realtà è un'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria, istruzione, cure sanitarie, supporto allo sviluppo e aiuti d'emergenza a oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi. "Sospetto che Israele stia pagando una cifra considerevole per far sì che questi annunci vengano visualizzati regolarmente", aveva spiegato a Wired US Christo Wilson, informatico della Northeastern University. La Israeli Government Advertising Agency ha anche sponsorizzato video nei quali accusa l‘UNRWA di essere "inseparabile da Hamas".

IA, social e inserzioni: la rete della propaganda israeliana
La Israeli Government Advertising Agency non avrebbe solo manipolato i risultati di ricerca, ma anche sponsorizzato video creati con l'intelligenza artificiale per manipolare la narrazione sulla guerra a Gaza. Su social e piattaforme come Instagram, Facebook, TikTok e YouTube, sono infatti comparsi telegiornali falsi che annunciano attacchi di Hamas che non sono mai avvenuti, ma anche video che sponsorizzano "una delle più importanti operazioni di assistenza umanitaria al mondo da parte di Israele". Le immagini mostrano bambini palestinesi che abbracciano scatoloni di cibo e la distribuzione di “milioni di pasti” al giorno nella striscia di Gaza grazie all’arrivo di “migliaia di camion”. Queste clip sono comparse anche nelle inserzioni pubblicitarie di video di influencer e content creator italiani. È il caso di Adrian Rednic, in arte Caleel.
Il Digital Services Act impone la rimozione rapida di contenuti di propaganda terroristica o fake news, con multe fino al 6% del fatturato annuo globale per chi non si adegua. Eppure, la campagna israeliana resiste. Continuano a girare i video creati con l'IA sugli aiuti umanitari a Gaza, la campagna diffamatoria contro UNRWA, e ora in testa ai risultati di ricerca di Google c'è una pagina sponsorizzata con accuse gravissime contro Francesca Albanese.
