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Il Giappone è il quinto Paese ad arrivare sulla Luna ma il suo lander ha già un problema enorme

Dopo Stati Uniti, Unione Sovietica, Cina e India, ora anche il Giappone è riuscito ad arrivare sulla superficie della Luna con una sua missione. Quello che non è chiaro è quanto dureranno le comunicazioni: il lander non riesce a ricaricare le batterie.
A cura di Valerio Berra
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Da oggi, 20 gennaio, il Giappone è il quinto Paese nella storia dell’esplorazione spaziale ad essere arrivato sulla Luna. Nessun astronauta, per questo il primato spetta ancora alla Nasa e al suo programma Apollo. Ma dopo Stati Uniti, Unione Sovietica, Cina e India ora la Jaxa, l’Agenzia Spaziale Giapponese, è riuscita a far atterrare un lander sulla Luna. Il suo nome è SLIM, acronimo di Smart Lander for Investigating Moon.

L’atterraggio è riuscito. E non solo. Come riporta il Washington Post citando Hitoshi Kuninka, dirigente Jaxa, dallo SLIM sono usciti anche dei piccoli rover che hanno raccolto una serie di informazioni sulla Luna. Il problema è arrivato dopo. I pannelli solari che avrebbero dovuto garantire energia allo SLIM non si sono aperti del tutto e la batteria sta avendo problemi di ricarica.

Cosa succederà ora alla missione SLIM

Oltre al lander, il progetto SLIM include anche i due rover LEV-1 e LEV-2. Sono stati lanciati dal modulo SLIM appena prima dell’atterraggio sulla Luna. Ora la Jaxa dovrà capire le cause del problema dei pannelli solari. Una delle ipotesi è che qualcosa non abbia funzionato nella fase di atterraggio e che quindi SLIM sia orientato male rispetto alle simulazioni dei test.

Al momento non si hanno altre informazioni dalla Jaxa. L’ultimo comunicato è stato pubblicato su X (fu Twitter) risale a 14 ore fa e descrive semplicemente lo stato del problema: il lander è atterrato ma i pannelli solari non caricano la batteria. Sono mesi che la Jaxa sta seguendo questa missione. SLIM è partito il 6 settembre ed è entrato nell’orbita lunare il 25 dicembre. Se non dovesse risolvere i problemi con i pannelli solari tutta la missione sarebbe compromessa. Fra i suoi obiettivi c’era anche quello di analizzare i minerali che compongono la superficie del nostro satellite.

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