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Ho passato un giorno su Threads, alla fine c’è almeno un motivo per provare questo social

Threads non è niente di nuovo. Ha le stesse dinamiche di molti social che abbiamo già visto, scaricato e abbandonato nel corso degli anni. Pubblica, commenta, condividi, metti un like. Ha una cosa però che lo rende diverso sia da X che da Instagram.
A cura di Valerio Berra
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Poco prima di scaricare Instagram Threads ho fatto un conto. Dal quel pomeriggio del 2004 in cui ho aperto il primo blog su Msn mi sono iscritto a 13 social network. Elenco i successivi, in ordine sparso: MySpace, Netlog, Facebook, Twitter, Instagram, SnapChat, Google Plus, LinkedIn, Clubhouse, TikTok, TikTok Now e BeReal. E questi sono solo quelli principali. Sono escluse tutte le piattaforme, come Twitch o YouTube, e tutti i social sperimentali che ho dovuto aprire giusto per scriverci un articolo. Merita una menzione Loud, bizzarro social italiano in cui si possono pubblicare solo messaggi vocali. Con mio stupore, esiste ancora.

Cosa potrà offrirmi questo Threads di diverso dagli altri? Poco. A guardarlo sembra un X con un paio di cose in più e tante in meno. Le azioni sono le stesse che conosciamo a memoria: pubblica, commenta, condividi, metti un cuore. C’è però qualcosa di nuovo. Si possono commentare i post con degli audio. Carino, anche se apre apre a qualche problema di moderazione. C’è già un piccolo caso. Il primo Threads di Giorgia Meloni è stato accolto da una serie di commenti audio non proprio di supporto. Uno dei più cliccati è un rutto.

Come si chiamano i contenuti su Threads

L’app permette di seguire su Threads tutti quelli che già si seguivamo su Instagram. Non preoccupatevi, gli utenti bloccati restano bloccati. Il feed ha due sezioni: “Seguiti” e “Per te”. Nei “Per te” si dovrebbero trovare anche utenti che non si conoscono, post virali fuori dalla nostra bolla o nuovi trend. Per adesso i contenuti italiani non sono molti, quindi le due sezioni sembrano identiche. Mancano gli hashtag. O meglio, non sono immediati. Male per informarsi in maniera verticale su un tema, bene per disorientare i piantagrane. Il rischio però è quello di rimanere bloccati in una bolla già nota.

Ah, nota linguistica. Non aggiungiamo bit di informazioni inutili. Quelli che pubblichi su Thread è un post, se lo riprendi è un repost, gli utenti sono solo utenti e i like sono solo like. Non inventiamoci altre cose, per favore.

Cosa ci diciamo su Threads

Le prime ore sono state un po’ come l’inizio di una festa aziendale. Un po’ ci si conosce già, non serve presentarsi da capo. Seguiti e Seguenti sono gli stessi che ereditiamo da Instagram. Però comunque la battuta d’esordio deve esserci. Meglio se un po’ studiata. Leggo tra i tanti “Just setting up my thrds”, un riferimento al primo tweet della storia “Just setting up my twttr”. O ancora: “Un abbraccio sincero a tuttə noi social media manager e ai nostri meravigliosi piani editoriali”, pensa a i giornalisti.

Certo. Al netto di qualche brillantone la sequenza di messaggi è uguale per tutti: “Eccoci”, “Eccoci qua”, “Anche io su Threads”. Simpaticissimi quelli che ironizzano sullo scarto generazionale: “Ah ah, non capisco niente di questo social sono un boomer”, “Ormai sono troppo vecchio per aprire un nuovo social? Forse nooo”. Calmini tutti. Fatte le presentazioni, verso sera sembra che la macchina sia già partita. I social media manager hanno subito trasformato in contenuti le loro slide.

Perché vale la pena aprire Threads?

Ma quindi tanto vale non scaricarlo? Non proprio. È vero che l’interfaccia non è nulla di nuovo ma Threads ha una cosa diversa: gli utenti. Negli ultimi anni la mia bolla di Instagram e la mia bolla di X sono state due realtà quasi completamente separate. Soprattutto ultimamente visto che ho solleticato gli interessi dei mattonisti, una tribù di troll a me finora sconosciuta.

Questa divisione ha portato qualche limite nel tempo. Ci sono persone, sia utenti normali che mezzi creator, che seguo su Instagram e che su questo social non pubblicano molto. Non parlano in video, non fanno story, non usano le foto. Non si esprimono al meglio con questo linguaggio. Eppure mi fa piacere leggere cosa hanno da dire, sentire e ritrovare le loro opinioni. Soprattutto senza tutti i mostri di quel Circo Barnum che è diventato e continuerà a diventare X. Caro Musk, ridare l'account a sbraitanti complottisti non aiuta.

C'è anche un altro punto. Partendo da zero si riesce anche a costruire un feed nuovo, ripulendo un po’ di ciarpame accumulato negli anni. Insomma, Threads non sarà la novità tecnologica dell’anno ma qualche possibilità di essere un posto in cui stare sereni ce l’ha. Le notifiche però è meglio disattivarle.

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Vengo dalla provincia di Milano e dagli anni '90. Questo non dice tutto di me, ma quasi. Ora Capo Area della redazione Tecnologia e Scienze a Fanpage.it, prima cronista a Settegiorni, studente alla Scuola Walter Tobagi, stagista a RaiNews24, collaboratore al Corriere della Sera e membro della prima redazione di Open. 
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