Esultano per la morte di Chariie Kirk e vengono licenziati: il caso delle liste sui social

L’ultimo episodio del Charlie Kirk Show è stato condotto da JD Vance. Il vicepresidente degli Stati Uniti ha voluto prendere il posto di Kirk dopo la sua morte. L’attivista legato al movimento MAGA è stato ucciso con un proiettile al collo il 10 settembre 2025 mentre stava conducendo un evento alla Utah Valley University, a Orem. Il principale sospettato, Tyler Robinson, si è consegnato alle autorità. Sui proiettili aveva inciso diverse frasi, fra cui Bella Ciao, ma il quadro dell’omicidio deve essere ancora chiarito.
JD Vance ha celebrato Kirk. Ha ricordato il suo lavoro ma anche parlato di chi nelle ore dopo la sua morte ha esultato sui social o ha commentato la notizia con meme o battute. Kirk è entrato nel dibattito politico italiano solo negli ultimi giorni ma negli Stati Uniti era un caso mediatico da tempo. Fondatore del think tank Tourning Point USA, Kirk tra podcast e eventi è cresciuto molto sui social superando i 7 milioni di follower su Instagram. Dopo la sua morte ora sono arrivati a 12,8 milioni.
Le parole di JD Vance
Riferendosi a chi ha celebrato la morte di Charlie Kirk, JD Vance ha detto: “Se li chiami, chiami anche il loro datore di lavoro. Non crediamo nella violenza politica, crediamo nella civiltà”. Non sono parole scelte per caso. La linea traccia da Vance è la stessa di altri politici di area repubblicana, come il deputato della Florida Randy Fine: “Chiederò il loro licenziamento, la sospensione dei finanziamenti e la revoca della licenza”. La dichiarazione si può ancora leggere in un post su X.
I casi di dipendenti licenziati raccolti dalla BBC
Un approfondimento della BBC ha messo insieme diversi casi di lavoratori che hanno ricevuto richiami, sospensioni o licenziamenti dopo aver celebrato la morte di Kirk. C’è Anthony Pough, un dipendente dei servizi segreti a cui è stata revocata l’autorizzazione per lavorare nel settore della sicurezza. Office Depot, una catena di forniture per ufficio, ha licenziato dei dipendenti in Michigan che si erano rifiutati di stampare i volantini per una veglia organizzata in ricordo di Kirk.
Lo chiariamo. Negli Stati Uniti la legge sui diritti del lavoro è diversa dall’Italia. Tra gli esempi che stanno circolando in questi giorni c’è anche la storia di Karen Attiah, giornalista del Washington Post. Lavorava nella sezione Opinion, già interessata in passato dalle indicazione di Jeff Bezos. Nella sua newsletter su Substack ha raccontato di essere stata licenziata dopo aver commentato la morte di Kirk sulla piattaforma BlueSky.
La lista che circola su X
Non solo. Su X circolano liste di persone che hanno celebrato la morte di Kirk in pubblicato. Hanno nome, cognome, Paese di provenienza e luogo di lavoro. Non solo. C’è anche una colonna in fondo alla tabella che si chiama “Fired”, licenziato. Man mano che proseguono i licenziamenti viene aggiunta una spunta. La lista è stata riportata varia volte ma la sua creazione sembra sia attribuita all’account @lisakippy.