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Elon Musk pagherà 11 miliardi di tasse: è un record, ma non è beneficienza

L’imprenditore ha già lamentato che con il pagamento sarà ricordato come l’americano più bersagliato dalle tasse nella storia, ma scorda di essere anche il più ricco.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Quella che Elon Musk sta versando al governo statunitense non è una tassa da poco: anticipato dalla CNBC e dichiarato poche ore fa a mezzo Twitter, il maxi contributo fiscale in partenza dal conto in banca del fondatore di Tesla ammonta in effetti a 11 miliardi di dollari. Musk ha già lamentato che con il pagamento di quest'anno sarà ricordato come l'americano più bersagliato dalle tasse nella storia, e l'affermazione potrebbe avvicinarsi alla realtà; l'imprenditore dimentica però di sottolineare di essere l'uomo più ricco sulla faccia del pianeta.

L'operazione su Twitter

Elon Musk aveva già anticipato che quest'anno il suo conto con il fisco sarebbe stato particolarmente salato. Lo ha fatto con una operazione di immagine tipica del personaggio, ovvero pubblicando su Twitter un sondaggio nel quale chiedeva agli utenti del social se avrebbe dovuto liberarsi del 10 percento delle sue azioni Tesla per farle finalmente fruttare e pagare i contributi legati al guadagno. Musk in effetti non percepisce uno stipendio per la gestione delle sue attività, e quando ha bisogno di liquidità può prenderla in prestito offrendo in garanzie le azioni di un'azienda dal valore in crescita galoppante; lo stratagemma permette a lui e a molti altri magnati di rimanere sotto il radar del fisco, ma ultimamente è stato bersagliato dalle critiche e ha portato il fondatore di Tesla alla mossa del sondaggio.

Stando a calcoli della CNBC la vendita di quelle azioni è uno dei motivi per cui per cui Musk ha già pagato 7 miliardi di tasse ne pagherà altri 5 miliardi entro il 1 gennaio del 2022. L'operazione però – lungi dal rappresentare la volontà di Twitter – era in realtà programmata da tempo. Come è stato fatto notare da diversi osservatori online, le opzioni legate al pacchetto di azioni venduto sarebbero scadute entro il 2022, quando la vendita sarebbe potuta costare a Musk ancora di più in termini di trattenute fiscali.

Musk insomma non ha affatto deciso di pagare quelle tasse né lo ha fatto decidere agli utenti di Twitter – il che spiega anche perché chi lo pungola sul tema lo innervosisca tanto. Il fatto che la quota di quest'anno sia un record è semplicemente dovuto al fatto che l'uomo è proprietario del più vasto quantitativo di ricchezza mai visto – 236 miliardi di dollari – e che l'azienda Tesla che presiede, in due anni e con una pandemia di mezzo, ha decuplicato il suo valore di mercato passando da 83 a 903 miliardi.

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