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Donald Trump è ufficialmente tornato sui social, il suo primo post su Facebook: “I’m back!”

Dopo un esilio durato due anni, l’ex presidente degli Stati Uniti ora può tornare a pubblicare contenuti su YouTube, Facebook, Instagram e Twitter. Molti di questi social avevano scelto di sospenderlo dopo l’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
A cura di Valerio Berra
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Un video da 12 secondi. C’è Donald Trump, con cravatta rossa d’ordinanza, il figlio Barron alla sua sinistra e poi Mike Pence, futuro vicepresidente alla sua destra. Le grafiche che scorrono sotto le immagini rendono chiaro il contesto. È il novembre 2016. Contro quasi tutte le previsioni, Donald Trump ha appena vinto le elezioni e nel giro di pochi mesi sarebbe stato nominato Presidente degli Stati Uniti. Il video è stato pubblicato su Facebook e in circa 12 ore ha già guadagnato 132.000 like e oltre 37.000 commenti. Tutto dall’account ufficiale di Trump. E tutto per lanciare la nuova campagna elettorale verso le elezioni presidenziali del 2024.

Il 45° Presidente degli Stati Uniti è stato bannato dai social network della Silicon Valley nel gennaio 2021. Dopo l’assalto di Capitol Hill praticamente tutti i social lo avevano escluso dalle loro piattaforme. Una scelta arrivata dopo una serie di restrizioni e badge di varia natura che hanno cercato di moderare i contenuti diffusi da Trump, discretamente impegnato a pubblicare fake news sul Coronavirus e incitamenti alla violenza.

Ora l’esilio è finito. Donald Trump è stato riammesso su Facebook, come aveva già anticipato Meta nei mesi scorsi. Ma non solo. È stato riattivato anche il suo canale YouTube e il suo account Twitter, rampa di lancio per il suo primo successo, è di nuovo attivo. Anche se Twitter era senza dubbio il social preferito di Trump, al momento il presidente ha scelto di tornare a usare la piattaforma che ora è di proprietà di Elon Musk. Teoricamente Trump è stato riammesso anche su Instagram ma per adesso qui non si vedono nuovi contenuti.

Il ban che ha cambiato i social

Nell’aprile del 2018 Mark Zuckerberg è stato chiamato a rispondere al Congresso degli Stati Uniti per il caso Cambridge Analytica. Ancora non esisteva Meta. Facebook era Facebook e Instagram era Instagram. Rispondendo alle domande del Congresso Zuckerberg aveva cercato di dirottare le sue responsabilità con una distinzione diventata storica: “Noi non siamo una media company, ma una tech company”.

La differenza è chiara. Una media company produce contenuti e quindi è direttamente responsabile di quello che pubblica, una tech company è qualcosa di più simile a un’infrastruttura. Non produce contenuti, non è responsabile ma si limita a creare tutto quello che serve per permettere a questi contenuti di arrivare al pubblico. Negli anni successivi Zuckerberg ha cambiato il suo approccio, ha inasprito le regole di moderazione e poi è arrivato a bloccare o limitare gli utenti che non le rispettavano, anche il Presidente degli Stati Uniti.

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