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Death Stranding 2 è un gran gioco ma ha qualcosa in meno del primo: la nostra prova

Ogni volta che Hideo Kojima ha in serbo un videogioco, rischia di sconvolgere il settore del gaming. Così è stato nel 2019 con Death Stranding, un’avventura sulle connessioni umane dal cast stellare. Sei anni dopo è in arrivo il sequel, Death Stranding 2: On the Beach, disponibile dal 26 giugno su PS5. Ecco cosa ne pensiamo dopo 58 ore di gioco.
A cura di Lorena Rao
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Hideo Kojima ama stupire. Secondo IGN, quando i primi tester gli hanno riferito che Death Stranding 2: On the Beach era un ottimo gioco, lui ha deciso di cambiare alcuni elementi per renderlo meno “mainstream”. Un’ecletticità che l’autore giapponese ha sempre dimostrato, sin dai tempi di Metal Gear Solid su PlayStation, quando bisognava cambiare l’entrata del joystick per sconfiggere Psycho Mantis: una rottura della quarta parete tra le più iconiche della storia videoludica.

La sua voglia di sovvertire le regole ha raggiunto uno dei suoi apici nel 2019, con l’uscita del primo Death Stranding. Un titolo che ha diviso pubblico e critica per la sua natura atipica: più che un action, era una riflessione sul legame tra le persone, in cui si impersonava un corriere solitario in un’America devastata da un’apocalisse ultraterrena.

Un gioco criptico, lento, poetico, quasi profetico nel suo parlare di isolamento e connessione — è uscito pochi mesi prima della pandemia. Questa introduzione sullo stile “kojimiano” spiega l’enorme attesa che c’è per il sequel in arrivo. Attesa che l’autore si diverte a stuzzicare con continui post su Instagram. Intanto, noi di Fanpage.it abbiamo provato il gioco in anteprima, e possiamo subito dire che sì, Death Stranding 2 è effettivamente ottimo. Se questo sia un bene o un limite — con buona pace di Kojima — proviamo a spiegarlo nei paragrafi successivi.

Oltre le Città Unite d’America?

Da quando si è verificato il Death Stranding, l’evento apocalittico che ha messo in contatto il regno dei vivi con quello dei morti, il mondo così come lo conosciamo è cambiato. Gli arcobaleni sono capovolti e privi del blu, il colore della pace. Anche i temporali non sono più gli stessi: ora c’è la cronipioggia, le cui acque logorano tutto ciò su cui cadono. È in questi momenti che compaiono le CA, Creature Arenate, anime in pena in grado di creare voragini con il solo tocco. Ancora una volta, Sam Porter Bridges (Norman Reedus) è chiamato ad affrontare tutto questo dopo il ripristino delle United Cities of America, le UCA. Per loro conto, deve unire nuovi territori: Messico e Australia. Paesi che non esistono più come nazioni, ma come luoghi in cui le persone sopravvissute all’apocalisse vivono isolate in dei rifugi, spaventate da un mondo esterno così ostile. Proprio per la mancanza di un potere istituzionale, briganti e altri gruppi di ribelli acuiscono una situazione già tesa attraverso la violenza.

DEATH STRANDING 2 | Visivamente il gioco è strabiliante, sia per quanto riguarda le espressioni dei personaggi, che per gli ambienti.
DEATH STRANDING 2 | Visivamente il gioco è strabiliante, sia per quanto riguarda le espressioni dei personaggi, che per gli ambienti.

Nonostante queste premesse, a differenza del primo viaggio dall’est all’ovest degli ex Stati Uniti, questa volta Sam non sarà solo: oltre alla piccola Lou, l’equipaggio della Drawbridge, capitanato dalla nota Fragile (Lea Seydoux), è pronto a dare supporto tramite la nave Magellan. Un incipit dalle declinazioni fantapolitiche in cui l’America è pronta ad estendere la propria influenza verso territori senza padroni. Dinamiche di finzione che però riportano alle mente le esternazioni dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America su Groenlandia, Panama, Canada e Golfo del Messico. Ma d’altronde Kojima ha sempre dimostrato una grande capacità di sapere declinare il presente in forma creativa: nel caso del primo Death Stranding, le ispirazioni principali che hanno spinto a fare un gioco sulla necessità di connettersi sono state la Brexit e la prima elezione di Donald Trump nel 2016. Lo ha detto in un’intervista del 2021 Kenji Yano, sceneggiatore della Kojima Productions.

DEATH STRANDING 2 | I personaggi di Fragile e Dollman. In generale il cast di personaggi è ampio e conta star del calibro di George Miller, Elle Fanning, Alissa Jung, Luca Marinelli e molti altri.
DEATH STRANDING 2 | I personaggi di Fragile e Dollman. In generale il cast di personaggi è ampio e conta star del calibro di George Miller, Elle Fanning, Alissa Jung, Luca Marinelli e molti altri.

Death Stranding 2 mette in dubbio tali connessioni con una frase interrogativa: dovevamo davvero connetterci? Una domanda che fa da slogan al gioco e che diventa sempre più ingombrante durante un viaggio che sì, ha delle implicazioni politiche, ma funge soprattutto da contenitore di storie potenti e devastanti. Sam, Fragile, Tarman (George Miller), Dollman (Jonathan Roumie) e gli altri personaggi del cast, interpretati da colossi del cinema tra cui figura anche l’attore romano Luca Marinelli, diventano pezzi di un mosaico più grande che ha al centro il concetto di perdita ma anche di amore. Temi che sono ricorrenti nella carriera videoludica di Kojima: uno degli eventi più impattanti è stato il lutto improvviso del padre in giovane età, come racconta lui stesso nel libro Il gene del talento e i miei adorabili meme (Edizioni 451, 2021).

Il risultato è una trama intricata e ricca di sfaccettature, composta da una pluralità di voci, che però avanza in modo più lineare e chiaro rispetto al tipo di narrazione criptica vista nel primo Death Stranding. Il che non è affatto un male, perché favorisce maggiore empatia nei confronti di personaggi monumentali, ciascuno protagonista di storie dai toni delicati e malinconici. Il merito di questo va anche alle incredibili performance del cast sopramenzionato, che donano profonda umanità ad eroi e villain per molti aspetti surreali.

Un gioco che punta sull'azione

In termini di giocabilità, il concept narrativo di Death Stranding 2 permette un ampliamento di quanto visto nel primo capitolo, già a partire dalla geografia: i terreni neri e innevati di stampo islandese lasciano spazio a una diversità di ambienti davvero importante. Questo si traduce in nuove sfide per Sam, costretto ad affrontare tempeste di sabbia, incendi, terremoti, ma anche vette innevate, coste di catrame e terreni frastagliati. Anche le minacce umane sono più frequenti e variegate: ci sono muli, ossia ex corrieri reietti, briganti e seguaci di Higgs (Troy Baker), antagonista conosciuto nel primo capitolo. Non mancano poi nemmeno le CA, che adesso sono più aggressive e di differenti tipologie, seppur meno incisive rispetto al primo capitolo, se non si considerano gli scontri contro i boss.

Per fa fronte a tutti questi pericoli, Sam ha disposizione una serie di gadget, alcuni già visti, molti altri inediti – specie tra le armi – che permettono di adottare il metodo prediletto per portare a termine la consegna richiesta coi minor danni possibili. Dalle scarpinate vecchio stile armati di scale e chiodi d’arrampicata, passando per corse in moto o in furgone, fino alla bara di metallo usata a mo’ di overboard per fluttuare sui terreni impervi: gli strumenti disponibili e potenziabili sono davvero tanti e garantiscono il metodo d’azione più vantaggioso per avanzare secondo i propri criteri. Questo permette di personalizzare l'esperienza in toto, anche nella durata. Death Stranding 2 può essere terminato in 30 così come in 1oo ore, dipende da quanto si vuole dare spazio alle consegne secondarie, che sono diverse e spesso sfiziose, come il salvataggio degli animali.

DEATH STRANDING 2 | Anche in questo sequel si potrà contare sul supporto degli altri giocatori, tra like e costruzioni di supporto come ponti, strade, generatori. Questa componente, tratta dal primo capitolo, si chiama multiplayer asincrono.
DEATH STRANDING 2 | Anche in questo sequel si potrà contare sul supporto degli altri giocatori, tra like e costruzioni di supporto come ponti, strade, generatori. Questa componente, tratta dal primo capitolo, si chiama multiplayer asincrono.

La libertà elogiata riguarda anche i combattimenti. Data la maggiore quantità di nemici, non è raro incappare in scontri, quindi è bene avere con sé il giusto equipaggiamento offensivo. Meglio un approccio stealth silenzioso? Allora è il caso di portare gli stivali adatti e sparabolas come armi; in caso di azione pura meglio optare per fucili da cecchino, d’assalto e granate. Le occasioni per sperimentare sono diverse poiché, al di là della maggiore frequenza degli scontri, ci sono diverse missioni principali incentrate sull’eliminazione dei nemici. Insomma, Sam adesso è più un soldato che un corriere. Scelta legittima, dato che nel primo capitolo si è ritrovato costretto a saper combattere – anche nel bel mezzo delle due guerre mondiali contro Cliff – tuttavia bisogna ammettere che tale scelta, pur favorendo una giocabilità più ritmata e variegata, altera la natura contemplativa di Death Stranding 2019. Nulla toglie comunque di allungare il viaggio per aggirare i pericoli, e godersi il solo cammino, lasciandosi stupire dalle atmosfere del gioco.

Un mix tra poesia e follia

In questo, Death Stranding 2 si rivela magistrale: che sia la voce di Woodkid in crescendo mentre ci avviciniamo al punto di arrivo, il tramonto sul mare di catrame mentre sfrecciamo sulla monorotaria o il suono da scuola giapponese della Magellan quando è nelle nostre vicinanze, che cancella subito il senso di solitudine che ci pervade quando camminiamo sotto lo cronipoggia, il gioco prova a coinvolgere il cuore attraverso frammenti di semplicità. Ma non solo: per emozionare, il titolo ricorre anche a una buona dose di follia- non che sia una novità nella produzione di Kojima. Riguardo Death Stranding 2, prima abbiamo citato la bara di metallo, ma rientrano nel discorso anche le palesi citazioni a Metal Gear, fino ad arrivare a elementi centrali della trama paradossali. Il risultato è certamente sorprendente, capace a volte di strappare un sorriso, ma altrettante volte di apparire stucchevole, fine a se stesso.

DEATH STRANDING 2 | Luca Marinelli pensava di interpretare Snake di Metal Gear, ma Kojima gli ha precisato subito che fosse solo un tizio con una bandana, Neil. Lo ha raccontato lo stesso autore giapponese al Sydney Film Festival 2025.
DEATH STRANDING 2 | Luca Marinelli pensava di interpretare Snake di Metal Gear, ma Kojima gli ha precisato subito che fosse solo un tizio con una bandana, Neil. Lo ha raccontato lo stesso autore giapponese al Sydney Film Festival 2025.

In sintesi, Death Stranding 2: On the Beach espande tutti gli elementi del predecessore, per offrire un’esperienza più godibile, personalizzabile e, alla fine dei conti, più mainstream. L’aver premuto l’acceleratore sull’azione rende il nuovo titolo di Kojima Productions meno unico e raro del primo, ma comunque splendido ed efficace. I pregi principali risiedono nella prospettiva corale della storia, che permette di affezionarsi a personaggi meravigliosi e indimenticabili, e nella peculiare capacità di Kojima di saper fondere in maniera sinergica cinema, musica e videogioco per creare un’esperienza che vale la pena ricordare, anche attraverso semplici sensazioni. Sebbene in modo meno visionario – parliamo pur sempre di un sequel, l’autore si riconferma un maestro dell’audiovisivo in grado di regalare alla generazione PlayStation 5 un gran titolo.

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