Con un paio di tocchi ho fatto sparire tutti i turisti dal Duomo di Milano: la prova di Oppo Reno14 5G

Oppo ha lanciato la sua nuova linea di Reno14. Fascia di prezzo media, un back iridescente ispirato alle sirene e soprattutto algoritmi di intelligenza artificiale che lavorano su vari livelli del dispositivo. A partire dalla fotografia. Abbiamo provato l’Oppo Reno14 5 G per un paio di settimane, sperimentando soprattutto l’IA legata alle fotografie. Lo anticipiamo. L’editing delle foto è con un buon margine la declinazione più interessante.
Una premessa. Oppo Reno14 5G è il dispositivo più avanzato della serie. Insieme a lui Oppo ha lanciato anche il Reno14 F e il Reno14 FS. Al netto del back, ufficialmente ispirato al tema Iridiscent Mermaid Design, quello che abbiamo davanti è uno smartphone leggero da 6,59 pollici. È spesso solo 7,42 millimetri ma nonostante questo ha protezione che a seconda delle componenti vanno da IP66 a IP69.
La versione bianca con Mermaid Design è quella signature di questa serie ma se non vi piace il tema potete sempre puntare su un più moderato Luminous Green. I prezzi lo fissano nella fascia dei mediogamma: l’Oppo Reno14 5G con taglio di memoria da 512 GB di storage e 12 GB di Ram sul sito ufficiale dell’azienda costa 599 euro. Con anche qualche omaggio.

Come funzionano le fotocamere di Oppo: il Triple Flash
Il sistema di fotocamere di Oppo si basa su tre fotocamere. C’è una camera principale sul back da 50 MP, un teleobiettivo sempre da 50 MP con zoom ottico 3.5x e poi una camera Ultra Wide da 8 MP. Sono tutte disposte in un blocco quadrato che sporge di qualche millimetro dal back del dispositivo. La fotocamera anteriore completa il cerchio: anche qui la risoluzione è 50 MP.
Dal punto di vista dell’hardware, nel comparto fotografico è interessante il sistema Triple Flash. È un sistema che permette di utilizzare due modalità di illuminazione per le fotografie: Flash Mode e Fill Light. Con Flash Mode si crea quell’effetto tipico dei flash scattati in condizioni di scarsa luminosità. Il soggetto è molto più illuminato dello sfondo e sembra quasi staccarsi dall’immagine. Con la modalità Fill Light invece il flash resta acceso, dando a tutta la foto un’illuminazione più naturale.
L’intelligenza artificiale nelle foto: lo zoom 120x
Oppo Reno14 ha un teleobiettivo in grado di arrivare a un ingrandimento 3.5x. Lo specifichiamo. Qui il 3.5x è solo l’ingrandimento ottico. Da qui comincia tutto la parte di zoom digitale. Prima si arriva a un 7x, ottenuto giocando sul sensore, e poi si arriva a un 120x. Certo. Il risultato è sgranato ma è qui che interviene l’intelligenza artificiale. Dopo lo scatto l’immagine viene ricomposta, i colori e le luci aggiustate e così viene creata una nuova immagine. Lo abbiamo provato in momenti diversi e con luci diverse.
Vi lasciamo un esempio e un avvertenza. La funzione 120x offre il meglio quando siamo all’aperto, possibilmente al Sole. Quello che vedete sotto è un comignolo ripreso a Milano con la fotocamera.


L’editing fatto con lA: abbiamo cancellato tutte le persone in Duomo
Oltre che nella fotocamera, Oppo Reno14 ha inserito l’intelligenza artificiale anche nei suoi software per l’editing. C’è la funzione AI Perfect Shot. Quando facciamo una foto a un soggetto l’IA studia nella nostra galleria altre reference del protagonista del nostro scatto per scegliere il volto giusto da inserire nella fotografia. Utile quando fotografiamo qualcuno con gli occhi chiusi. Ovviamente la scelta del volto da mettere nella foto resta sempre a noi.
Ottimi anche AI Reflection Remover, per togliere i riflessi dagli scatti, e AI Unblur per aggiustare le immagini sfuocate. Forse però la funzione più interessante resta AI Eraser. Qui l’IA riconosce i soggetti da togliere dall’immagine. Basta toccarli per farli scomparire. Lo sfondo che lasciano viene ricostruito artificialmente. Qui abbiamo deciso di provarlo in uno dei luoghi più affollati di Milano: Piazza Duomo. Vi lasciamo il risultato.

