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Chi è Alexzandra Kekesi: la donna a capo di PornHub che vuole trasformare il sito per adulti

Non sarò semplice ripulire Pornhub. Il sito è stato accusato di aver pubblicato video di minori, abusi sessuali, contenuti legati al revenge porn, e sembra che ottenga i dati personali degli utenti senza il loro permesso.
A cura di Elisabetta Rosso
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PORNHUB | Alexzandra Kekesi
PORNHUB | Alexzandra Kekesi

È strano vedere il volto di chi sta dietro all'industria nel porno, eppure Alexzandra Kekesi ci mette la faccia. Fa tutto parte di una strategia più ampia per ripulire il sito per adulti, la nuova Head of Community and Brand di PornHub ha detto di voler “contrastare la censura nell’industria dei film per adulti, l’arte e la cultura” e soprattutto "aiutare le persone a vedere PornHub come un marchio, i valori che ci stanno a cuore, ciò che rappresenta davvero, e a raggiungere un alto livello di rispettabilità”. Un'impresa non semplice, soprattutto a causa dei recenti trascorsi dell'azienda. È stata accusata di aver pubblicato video di minori, abusi sessuali, contenuti legati al revenge porn, bloccata su Instagram, e sembra che ottenga i dati personali degli utenti senza il loro permesso. E qui entra in scena "la regina del porno".

Kekesi, da oltre dieci anni lavora per PornHub, è entrata con il ruolo marketing entry-level e poi è diventata direttrice del marketing. Ha già lavorano in diverse campagne di sensibilizzazione, tra queste, il Sexual Wellness Center di PornHub, i PornHub Awards, il Pillow Talk Consent Event e la serie PornHub Literacy 101. "Ora supervisionerà la direzione creativa dell'azienda e avrà un ruolo critico per l'intersezione tra cultura, arte e spazi tecnologici", ha spiegato Pornhub. Si occuperà di gestire l'immagine pubblica del sito per adulti, l’annuale PornHub Awards, una notte degli Oscar per gli attori porno, e condurrà un podcast con la pornostar Asa Akira per far conoscere al grande pubblico i retroscena dell'universo a luci rosse e sfatare i miti sulla grande industria del porno. Ha dichiarato anche al New York Post di voler rinforzare l'area di moderazione per trasformare il sito per adulti in un ambiente sicuro e controllato. 

"Dopo aver lavorato nell’industria degli adulti per quasi un decennio, ho visto una crescita e un’evoluzione molto promettenti per quanto riguarda l’identità, le priorità e l’etica di PornHub. In qualità di responsabile del marchio e della comunità, non vedo l’ora di cogliere ogni opportunità possibile per estendere i nostri sforzi di advocacy, approfondire il nostro rapporto con la comunità dei lavoratori del sesso e impegnarci in iniziative culturali stimolanti e arricchenti", ha raccontato Kekesi

Il problema dell'età verificata

Negli Stati Uniti è in corso un dibattito su come garantire una verifica adeguata dell’età degli utenti delle piattaforme che contengono materiale per adulti. Il vecchio sistema di autocertificazione non sembra più sufficiente ai legislatori e alcuni Stati, a partire dalla Louisiana, hanno deciso di cambiare programmi e verificare l’età delle persone con la carta di identità. Per PornHub, spiega la CNN, il problema è evidente: la legge ritiene i portali direttamente responsabili per la pubblicazione dei suoi utenti ai minori

Secondo l’Etica Capital Partners (Ecp), da poco proprietario della piattaforma, l’età dovrebbe essere verificata direttamente dal dispositivo da cui si accede, in modo tale da non dove inserire la carta di identitò ogni volta che si accede su PornHub. Solomon Friedman, partner di Ecp ha detto: “Siamo disposti a impegnare tutte le risorse necessarie per lavorare in modo proattivo con tali società, con altri fornitori di servizi tecnici e anche con il governo”. La paura di PornHub  è che se tutti gli utenti dovessero accedere solo dopo aver mostrato la carta di identità, le visualizzazioni andrebbero subito a picco.

Cosa sta succedendo a PorbHub in Italia

L'11 luglio il Garante italiano per la Protezione dei Dati Personali ha inviato una nota a PornHub, alla fine si legge: “La società ha 20 giorni per rispondere alle richieste dell’Autorità”. In poche righe in cui vengono messe insieme le domande del Garante a PornHub. Nello specifico la lettera è rivolta a MG Freesites, la società che si occupa della gestione di PornHub in Italia.

Guido Scorza, membro del Garante della Privacy, ha spiegato a Fanpage.it che al momento non è prevista una chiusura di PornHub in Italia: “Questa richiesta di informazioni ha solo un carattere pre-istruttorio. È una prima iniziativa che prevede solo una richiesta di informazioni. Di solito quando mandiamo questo tipo di comunicazioni i soggetti coinvolti ci rispondono senza troppi problemi. Se poi MG Freesites, la società che gestisce PornHub in Italia, decide di non rispondere vedremo cosa fare. Non sarebbe un buon segnale”. Tra le richieste c'è anche il tema della verifica dell'età .

La campagna Stop Data Porn

Un gruppo di attivisti e ricercatori ha lanciato la campagna #StopDataPorn, per denunciare Pornhub, accusato di prendere senza consenso determinate informazioni che vengono trasferite automaticamente dal browser al sito. A conferma dell'accusa c'è un'analisi tecnica del sito Web e delle sue pratiche sulla privacy che mostra come PornHub non rispetti le regole del GDPR in Europa. Non è infatti chiaro come l'algoritmo assegni le preferenze sessuali delle persone, o con chi condivida i dati degli utenti. "PornHub non chiede il consenso", ha spiegato Alessandro Polidoro, attivista per i diritti digitali e avvocato a capo di #StopDataPorn, a Wired.com: "PornHub non chiede il permesso di usare i dati sulle preferenze sessuali degli utenti". Non solo, ha poi aggiunto che il problema è anche legato a come PornHub condivide le informazioni che raccoglie con altre aziende della sua società madre, MindGeek.

"Fondamentalmente creano una cronologia di ricerca parallela conservata direttamente sul dispositivo dell'utente", afferma Polidoro. Ogni volta che guardi un video, anche se non hai effettuato l'accesso a PornHub, un numero ID viene aggiunto a un elenco nella memoria locale del tuo browser.

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