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Anche in Italia si pensa a una stretta sui siti porno, il Garante a Fanpage.it: “È ora di verificare l’età degli utenti”

Al momento i siti che raccolgono contenuti per adulti non hanno nessun sistema di verifica. L’unico ostacolo da superare è quello di rispondere a una semplice domanda: “Sei maggiorenne?”
A cura di Valerio Berra
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È già successo in Louisiana. Entro il 2023 dovrebbe accadere anche in Francia. E ora il dibattito è cominciato anche in Italia. La verifica dell’identità nei siti con contenuti dedicati agli adulti è sempre stata facile da bucare. Di più. Quel messaggio che appare in molte piattaforme “Sei maggiorenne?” Giusto per rispettare le norme statali sembra quasi una presa in giro.

I siti porno sono l’esempio più evidente ma in tutti i portali con contenuti legati agli adulti non c’è ancora un sistema di verifica dell’età che sia anche solo vagamente valido. I temi da affrontare sono due: da una parte il diritto degli utenti a conservare il loro anonimato. Di solito i “contenuti per adulti” cercati dal pubblico in rete non sono esattamente le gallery su Sanremo o i manuali su come fare colpo al colloquio di lavoro.

L’altro tema riguarda la necessità di preservare i minori da contenuti che potrebbero provocare dei traumi. Che si tratti di immagini pornografiche, violente o anche di luoghi in cui i più piccoli potrebbero cedere dati sensibili, sia loro che di altri. Tutto questo al momento è praticamente impossibile, a meno di dispositivi impostati con un Parental Control, l’unico limite davanti a social network, applicazioni o portali è semplicemente l’autoverifica dell’età.

Guido Scorza: “La questione riguarda tutti i siti”

Guido Scorza è un componente del Garante della Privacy. È da lui che nei giorni scorsi è partita la decisione di bloccare in Italia Replika, un’applicazione basata sull’intelligenza artificiale che permetteva a chiunque di creare un amico virtuale e poi cominciare a parlarci. L’effetto era abbastanza realistico, l’app rispondeva in fretta e con una discreta varietà di temi. L’unico limite era la lingua: tutto era solo in inglese.

Il problema di Replika era che con qualche impostazione o con un po’ di segnali nella giusta direzione era possibile trasformare quello che doveva essere un “amico virtuale” in qualcosa di diverso. Molto diverso. Se Replika capiva le intenzioni di chi stava scrivendo poteva offrire all’utente la possibilità di passare alla Versione Hot, sbloccando opzioni che trasformavano la chat in un esperimento dalla natura più erotica.

Secondo Guido Scorza questi esempi possono aprire a una strategia di corso più ampia. Così ha detto a Fanpage.it:  “Non credo, innanzitutto, che la questione riguardi solo i siti porno: dovrebbe riguardare tutti i siti, servizi, piattaforme e app riservate – per scelta del fornitore di servizi o per legge – a un pubblico con una certa età”.

Il problema rimane tecnico. È possibile verificare solo l’età senza raccogliere altri dati personali? Secondo Scorza dei modi ci sono, e soprattutto si stanno sviluppando: “Qui nessuno sta proponendo di identificare gli utenti con SPID o in altro modo all’atto dell’accesso a una piattaforma digitale. L’identità sarebbe, eventualmente, trattata esclusivamente ai fini dell’accertamento dell’età dalla “terza parte fidata” per il tempo strettamente necessario”.

Il caso della verifica dell’età su TikTok

C’è un precedente storico in questa discussione, almeno in Italia. Il 21 gennaio 2021 una bambina di 10 anni è arrivata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Giovanni di Cristina a Palermo. Le agenzie stampa parlavano di arresto cardiocircolatorio, arrivato dopo un’asfissia prolungata. Dalle prime rilevazioni si è diffusa la notizia che le condizioni della bambina sarebbero state provocate da una sfida vista su TikTok. Poche ore dopo il ricovero, i medici hanno dichiarato la morte celebrale della bambina.

Non è mai stata definita una correlazione netta tra i video su TikTok e la morte della bambina. Eppure è stato accertato che la bambina navigasse su questo social, pur non avendo ancora compiuto 13 anni (età minima per poter accedere). Anche in questo caso era intervenuto il Garante che aveva cambiato le sue policy per gli utenti più piccoli. Non solo era stata chiesta una nuova verifica dell’età a tutti gli utenti ma il social aveva stretto un accordo con il Garante per bloccare alcune funzionalità dell’app per i minori di 16 anni, come quelle legate ai messaggi.

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