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“All’Italia serve il quarto tipo di intelligenza artificiale, quella fisica”: la teoria di Alec Ross

Durante la AI Week, evento sull’intelligenza artificiale organizzato a Milano, abbiamo parlato con Alec Ross, analista di politiche tecnologiche e consigliere di Barack Obama durante il suo mandato presidenziale. Secondo Ross, l’Italia può diventare protagonista nell’IA fisica, ma deve trattenere i talenti e superare gli ostacoli della regolamentazione.
Intervista a Alec Ross
Analista di politche tecnologiche
A cura di Elisabetta Rosso
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"Sai dove sono fatti i robot dei magazzini Walmart?". Silenzio. "In Abruzzo, non te lo aspettavi vero? Nessuno se lo aspetta, ma ecco, l'Italia ha davvero una chance nel mercato dell'intelligenza artificiale, dobbiamo fare qualcosa". Alec Ross, analista di politiche tecnologiche, consigliere di Barack Obama e senior advisor per l’Innovazione di Hillary Clinton durante il mandato presidenziale, usa il "noi" quando parla di Italia e il "loro" per gli Stati Uniti. È nato e cresciuto in West Virginia, ma ha origini abruzzesi e insegna all'università di Bologna. Come ha spiegato lui stesso in un post su LinkedIn: "Non mi vedo in Italia come turista. Sono qui per contribuire concretamente a creare valore, aiutare a liberare i grandi talenti italiani, e far sì che i prossimi 20 anni siano più prosperi degli ultimi 20."

Per Ross l'Italia è un Paese pieno di talenti ma deve agire in modo strategico, "per questo parlo di intelligenza artificiale fisica. Ci sono quattro tipi di intelligenza artificiale: percentuale, agentica, generativa e fisica: l'Italia deve puntare sull'ultima", ha spiegato Ross a Fanpage.it. "È vero, gli Stati Uniti hanno già preso il dominio dell'IA generativa, la Cina quella agentica. Ma non è solo questo l'intelligenza artificiale, e l'Italia deve puntare su quella fisica", ovvero l'intelligenza artificiale incorporata in dispositivi fisici o robot. Un esempio classico di IA fisica sono i robot autonomi, quelli utilizzati nelle fabbriche, nei magazzini, o nella sanità. "In Italia ci sono molti esempi virtuosi nell'agricoltura, per esempio, nel settore alimentare, della logistica, dei robot, della moda".

L’Italia può guidare l’innovazione nell’IA fisica: la visione di Alec Ross

Ross suddivide l'intelligenza artificiale in quattro macrogruppi. L'IA percentuale, i sistemi che usano sensori per percepire il mondo reale, come computer vision, riconoscimento vocale, analisi audio, l‘IA generativa, modelli capaci di creare testi, immagini, audio, video, codice, l'IA agentica, sistemi capaci di prendere decisioni autonome ed eseguire compiti e l'IA fisica.

"Faccio un esempio per capire meglio l'IA fisica, nell'ambito dell'agricoltura si possono usare sistemi di precisione grazie ai sensori dell'IA, si può non sprecare l'acqua con l'irrigazione, in caso di siccità come è già successo in Italia", ha spiegato Ross durante la conferenza stampa della AI Week, uno dei più importanti eventi sull'intelligenza artificiale, in corso a Milano.

Finora, spiega Ross, l'Italia, e in generale l'Europa, sono stati come un'arbitro durante una partita di calcio, "hanno giocato Stati Uniti e Cina, oggi siamo alla nascita di una rivoluzione tecnologica, che non è una bolla, e dobbiamo decidere se mettere le squadre sul campo".

L'Italia è il problema della digitalizzazione

L'Italia è in fondo all'Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), "una situazione inspiegabile per il potenziale che ha questo Paese", spiega Ross. "Qui è stato inventato il primo motore combustione, l'epidemiologia, la macchia da scrivere, il microscopio, gli occhiali, le protesi, la radio, il paracadute, c'è qualcosa nel DNA dell'Italia che è legato agli sviluppi tecnologici".

Non c'è partita con i giganti tech statunitenti, come spiega Ross, l'IA generativa è in mano agli Usa, quella agentica alla Cina, l'Italia deve puntare sui settori di eccellenza che già esistono e sui suoi talenti. "Gli italiani sono ovunque, quando vado in California e entro nelle aziende ci sono interi tavoli dove si parla solo in italiano. Ma basta pensare alle università come il Politecnico di Torino, Milano, l'Università di Bologna o di Trento, sono piene di giovani talenti che bisogna tenere qui".

Perché l'AI Act rischia di frenare il progresso dell'intelligenza artificiale

Secondo Ross è necessario però trovare un equilibrio per colmare l'attuale gap tra Ue e resto del mondo. Sopratutto sul tema della regolamentazione, e infatti, sul palco dell'IA Week, ha sbattuto per terra il fascicolo dell' AI Act "376 pagine di stupidaggini", ha detto Ross. "Facciamo ancora gli stessi errori di regolamentazione, ho letto ogni riga, e questo testo è un problema che penalizza non i giganti tech ma le piccole e medie imprese."

L'AI Act, spiega Ross, "è stato scritto da persone che appartengono al mondo della giurisprudenza, che però sono analfabeti tecnologici. Per essere concreto, regolamentare in base ai parametri, alla dimensione dei parametri, è pericoloso. Faccio un esempio: quando si fa ricerca sul cancro servono quantità di dati enormi, un ricercatore non può aspettare tre mesi per un giudizio per andare avanti nella sua ricerca. Quindi è un disastro", sottolinea Ross.

"Da un lato bisogna proteggere la privacy, dall'altro è necessario avere dei dati, prendendo sempre il caso della ricerca sul cancro dobbiamo capire se si è giovani, vecchi, bianchi, neri, uomini o donne, per avere dei risultati corretti".  Per Ross è fondamentale un nuovo assetto svincolato da regole che rischiano di rallentare il processo. "Con questa regolamentazione per le piccole medie imprese è come fare una gara con uno zaino pieno di sassi".

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